giovedì 22 settembre 2016

Boville, logos e kronos

Oggi pubblichiamo un bellissimo post di una nostra compaesana, Simona Rotondi. Spazio e tempo, il passato ed i ricordi più dolci, il futuro, quello che siamo e quello che vogliamo diventare. Boville, unica nella sua bellezza, visto dagli occhi di una nostra compaesana che vive in un luogo altrettanto bello ma che sente, nitido e penetrante, il richiamo della nostra terra.


Boville è il mio paese, ci sono nata e cresciuta, spazio e luogo della mia vita.

A Boville mi sento a casa perchè conosco le strade e i profili dei monti, mi riconosco nel paesaggio, negli odori e nei suoni, nella lingua, nello sguardo delle persone.

Non ci vivo da 20 anni, ma ci torno spesso.

Boville la sento quando respiro, nell’odore dell’aria fresca e pungente, la sento quando la osservo, nelle pietre antiche, nelle torri, nelle mura, nelle strade, nelle vie strette e penetranti.

Boville a me ricorda una donna, una bellissima donna.

Me la immagino con i capelli neri, lunghi e mossi, con gli occhi grandi e verdi, i fianchi larghi e le forme morbide. Me la immagino con un sorriso caldo ed accogliente, seducente come poche, cattura con gli occhi ma poi rapisce anche il cuore.

E’ una donna che ascolta tanto, che fa sentire bene chiunque si fermi a parlare con lei, a volte però diventa malinconica e triste e il suo sguardo si oscura.

Me la immagino che danza di notte a piedi nudi, senza badare al tempo che passa, e che racconta storie, seduta per terra con tanti bambini attorno a lei.

Me la immagino vestita di verde, verde smeraldo, con un nastro azzurro tra i capelli e una collana con pietre rosse che avvolge il suo collo.

Me la immagino forte e bella come un diamante, e semplice come un fiore di campo.

A Boville c’è un luogo in particolare che io amo: quello del Belvedere.

Quando ci passi, soprattutto nell’ora del tramonto o della sera, ti ferma il respiro, è bello da togliere il fiato.

Ti fermi e guardi, in silenzio.
In quel tratto il cielo fa l’amore con le montagne, la terra sembra illuminarsi di stelle, oro e di sole. Ti sembra di vedere l’immenso, laddove inizia e finisce l’universo.

Il cielo non è quasi mai azzurro, ma diventa rosa, rosso e arancio, i colori della terra e del fuoco che brucia.

Ti sembra di vedere scintille nell’aria.

Ho sempre pensato che se Giacomo Leopardi fosse ancora in vita, e anziché essere nato a Recanati fosse nativo di Boville .. sono sicura che l’Infinito l’avrebbe scritto ispirandosi a questo panorama.

Ed ogni volta che sono li davanti penso sempre che non potrei appartenere a nessun altro luogo al mondo.

martedì 20 settembre 2016

"Lo animava un grande patriottismo". Monsignor Paglia celebra la cerimonia funebre di Carlo Azeglio Ciampi

"Lo animava un doppio patriottismo, la sua amicizia un grande dono". E' con queste parole che il nostro concittadino, monsignor Vincenzo Paglia ha voluto ricordare Carlo Azeglio Ciampi, ex governatore di Bankitalia oltre che Presidente della Repubblica, celebrando la cerimonia funebre. Applausi e tanta commozione per l'ultimo saluto al presidente emerito della Repubblica, morto a Roma venerdì scorso all'età di 95 anni. Alla cerimonia funebre, presenti - fra l'altro - il capo dello Stato Sergio Mattarella e l'ex inquilino del Quirinale Giorgio Napolitano, il presidente della Bce Mario Draghi, i presidenti di Camera e Senato e l'ex premier Romano Prodi, l'attore Roberto Benigni.
I funerali si sono svolti in mattinata in forma privata nella parrocchia di San Saturnino, nel quartiere Trieste di Roma dove l'ex capo dello Stato risiedeva con la moglie Franca Pilla. La presidenza del Consiglio ha proclamato lutto nazionale per la giornata di ieri, con le bandiere, italiane ed europee sugli edifici pubblici, a mezz'asta. A celebrare i funerali è stato appunto il nostro concittadino, monsignor Vincenzo Paglia, che da diversi anni conosceva Ciampi e gli è stato vicino negli ultimi momenti della sua vita. "L'ultimo ricordo è quando gli ho portato la benedizione di papa Francesco. Con un filo di voce mi ha detto di ringraziarlo. Poi, ha cercato di farsi il segno della Croce e mi ha accarezzato. Siamo rimasti a guardarci nel dono della compagnia".

venerdì 26 agosto 2016

Il cowboy, l'arbitro ed il campo di Montorli

Forse sarà il momento in cui ci accorgeremo che è arrivata l'ora di tornare a considerarci un paese povero. Dopo aver rinunciato a festeggiare San Rocco, Boville sembra proprio che debba prepararsi a fare a meno anche del calcio. Sarebbe un grosso smacco, considerando che cinque anni fa il Boville era in serie D.

La retrocessione dello scorso anno è una ferita che brucia ancora. L'edilizia è ferma, moltissime imprese sono in grossa difficoltà, come tante famiglie del resto. Le vacche grasse sono finite da un pezzo, non possiamo permetterci più lo squadrone come qualche anno fa.

L'amministrazione in tutto questo scenario ha fatto un passo indietro. Sono lontani i tempi della grande squadra ma anche quelli del sindaco Piero Fabrizi seduto in panchina, come medico della società. Intendiamoci, Piero ha dato tanto alla società in questi anni. Una delle prime opere realizzate fu proprio la tribuna degli ospiti per permettere al Boville di disputare a Montorli le partite di serie D. Ed ora tra le opere in programma c'è il rifacimento del tappeto sintetico del campo, con un mutuo di trecentomila euro che finora è anche l'opera principale del suo secondo mandato.
Tuttavia, quando si è fatta più profonda la crisi economica e la buona sorte ha voltato le spalle al Boville, Piero ha deciso di allontanarsi in maniera lenta ma progressiva dal calcio.

Da qualche mese hanno rotto lui ed il suo vice sindaco, Memmo Di Cosimo, che gli amici di Radio Boville hanno imparato ormai a conoscere come Bill Centriglio. Caricature a parte, è stata una frattura politica e personale sicuramente profonda, per entrambi. Diciamoci la verità, i rami dei pini che arrivano fino alla porta degli spogliatoi, un mimino di manutenzione, una tinteggiata qua e là .. in altri tempi il comune lo avrebbe fatto volentieri. Francamente, non è uno spot molto bello per il nostro sindaco che pare stia facendo, come è giusto che sia, un pensierino a correre alle prossime regionali.
Il ragionamento è molto semplice: la dirigenza della squadra deve fare il massimo per tenere ad un buon livello la struttura ed il comune deve collaborare, nel rispetto dei vincoli ma anche al massimo delle sue possibilità. Fare tutto quello che si può fare, insomma.

In ballo c'è il prestigio del calcio nel nostro paese, a metà strada tra due piazze, Frosinone capace di arrivare fino alla massima serie ed Isola Liri che è sparita nonostante una tradizione di decenni alle spalle.
A fare le spese, se non si tornasse ad una cordialità nella collaborazione, sarebbero tutti i ragazzi del paese, da quelli più piccolini. Tutti i genitori, in fondo, vorrebbero che i loro bambini i primi calci al pallone li tirassero con addosso i colori del Boville. Ci si accorge di amare quella palla che rotola da piccolini, esattamente come si ama la terra nella quale si sta crescendo. Non rassegniamoci al fatto che Boville debba essere necessariamente più povera.

Certo, ora l'urgenza non è questa ma è di stringerci intorno a quelle comunità che sono state vittime del terremoto, paesini piccolini come il nostro, realtà che come noi facevano parte del club dei Borghi più belli d'Italia. Radio Boville si unisce al loro dolore.

giovedì 18 agosto 2016

La festa di San Rocco ed i cinesi a Sora Laura

Nel frattempo, a Sora Laura, sono arrivati i cinesi. No, non sono venuti ad alloggiare nel vecchio ostello per una visita della Ciociaria. No, ci hanno aperto un negozio di due piani.
Cinque estati fa a Boville venivano ad esibirsi Nek e Giusi Ferreri; ora, appena, una manciata di anni dopo non riusciamo nemmeno ad imbastire la festa di San Rocco.
I racconti dei più anziani ci mandano alla mente ricordi dolci, lontani e spesso incomprensibili riguardo a cosa significasse quella festa per la nostra gente. Si andava a Boville, nei giorni dell'Assunta e di San Rocco non solo per partecipare ai riti religiosi ma anche per andare a mangiare il pollo con i peperoni in qualche bettola del centro storico. Era un evento, un giorno speciale per la comunità di Boville, gente onesta e laboriosa ma costretta a convivere ora con la povertà ed ora con i soprusi dei "signori" del paese.
San Rocco era una festa nella festa, odori, sapori e colori diversi, un respiro di libertà . Qualcuno non poteva comunque permettersi un pollo intero e allora si condivideva la "partuccia", una povertà nobile e dignitosa che talvolta si esprimeva nel cavalleresco gesto, almeno per i canoni dell'epoca, di riportare la "fantacia" alle donzelle in dolce attesa.
Diciamoci la verità, dopo secoli di sofferenza ci eravamo specializzati nelle feste e solo la litigiosità ed il campanilismo ci hanno impedito di superare nel minutaggio dei fuochi la Madonna del Suffragio dei nostri cugini monticiani. Sempre che abbia un senso bruciare per aria decine di migliaia di euro in pochi minuti, eravamo i numeri uno. Ora, l'amministrazione comunale ha dovuto posticipare Boville Etnica a ridosso del Ferragosto per far sembrare tutto meno grottesco e poche volenterose persone hanno permesso comunque lo svolgimento della cerimonia. E come se non bastasse, pare che quest'anno Zingaretti ci abbia negato i fondi per la Pasqua con Giotto che erano arrivati praticamente dal primo anno in cui si è tenuta la rassegna. Sarà divertente vedere il sindaco Piero Fabrizi, in pole per la candidatura alla Pisana, fare porta a porta brigando per la riconferma del fratello di Montalbano.
Cinque anni dicevamo. Sembrano lontani i tempi di Nek e di Giusi Ferreri. I migliori artisti sulla piazza, al culmine della nostra magnificenza, prima del grande inverno del crollo del settore immobiliare. Sembra trascorsa un eternità, sono soli cinque anni. Il mondo è cambiato attorno a noi e la colpa non possiamo darla a nessuno, nemmeno a quegli amministratori che camminano per le strade alla ricerca dell'ultimo Pokemon come un teenager qualsiasi.
Nell'epoca della modernità liquida, con il settore immobiliare fermo al palo e con le case sembra non volerle più nessuno Boville è costretta a guardarsi dentro; i tempi dei nostri avi purtroppo sono lontani, ritrovare un briciolo della loro umanità, della condivisione potrebbe realmente aiutarci.
A Boville probabilmente non verranno i cinesi, non adesso almeno, complice anche lo scarso appeal commerciale del nostro borgo. Chinatown non è più il fantasioso racconto di qualche paesano che è stato in vacanza a New York ma è qualcosa di molto più vicino a noi. E' finita un epoca o forse ne sta per iniziare una nuova.

mercoledì 8 giugno 2016

Quale futuro per i piccoli comuni?

Sono stato ad un comizio ad Alvito una decina di giorni fa. Erano le battute finali della campagna elettorale  nella città della valle di Comino. Una delle liste in campo, Alvito Bello, ha organizzato un incontro con l'onorevole Ermete Realacci, uno dei pochi politici italiani che ha ancora la forza, il coraggio di guardare avanti in questa disastrata Italia ed è tra i promotori di alcune leggi speciali per i piccoli comuni. Probabilmente Realacci è un tipo testardo e la cosa non mi stupisce perchè ha sangue ciociaro, ciociaro come noi.

Eccone un breve estratto, buona visione.

https://www.youtube.com/watch?v=SYqy46V7DCY

martedì 15 marzo 2016

L'emigrazione baucana

"Dati non disponibili". Questa è la risposta che il Ministero degli Esteri e quello degli Interni forniscono a chi cerca di descrivere la nuova emigrazione italiana. Figli di una società globale e liquida, in fuga da un Paese che gli offre poche opportunità. E' la nuova emigrazione italiana, quella figlia della globalizzazione e della crisi economica, quella globalizzazione dove i piccoli centri si svuotano sempre di più, con risorse e capitali che migrano altrove. Così, dopo una crisi lunga ben sette anni, sembra essere così anche per Boville Ernica. Da noi non emigrano soltanto i cosiddetti "cervelli in fuga" ma tanti operai specializzati che vanno via per guadagnarsi la pagnotta. 

Sarà che adesso non abbiamo più voglia di immaginare o di scommettere, sarà che nel cielo vediamo soltanto stelle cadenti. Sarà che li abbiamo visti andare via, trascorrere l'ultima serata con gli amici al bar, davanti ad una birra ed ad un caffè che non avrà più lo stesso sapore. E la mattina dopo infilare la strada dell'aeroporto dopo aver salutato con un abbraccio gli affetti più cari. Nella valigia ci sono tanti, troppi sentimenti, troppi per essere descritti con precisione. C'è la speranza di un futuro migliore, la rabbia per un presente che non è all'altezza delle aspettative, il senso di avventura e la paura dell'ignoto. E' cosi, è sempre stato così.A Boville, siamo sempre stati legati in maniera viscerale alla nostra terra. 


Non ce la passavamo bene, certo, ma alla fine dell'Ottocento non abbiamo avuto la diaspora di borghi come Casalattico dove più della metà del paese si trasferì in Irlanda. E non abbiamo conosciuto nemmeno l'emigrazione di massa verso il Canada dei verolani, nel Secondo Dopoguerra, tanto per citare qualcosa a noi più vicino. Credevamo che quella pagina della storia fosse alle nostre spalle, ormai contenti di poter ospitare, magari durante la festa di San Rocco, amici e parenti che avevano lasciato Boville e rassicurarli con fuochi d'artificio e cantanti all'ultimo grido che anche noi ce l'avevamo fatta, che a Boville si viveva bene. Molto bene. Ora, la cronaca ci dice che questo borgo di novemila anime, terra della piccola imprenditorialità che significava benessere economico per la famiglia e la bella auto al figlio per il giorno dei diciotto anni, è tornata ad essere terra di emigrazione. Si va a trovare i parenti e guardarsi attorno, si va per quell'offerta di lavoro trovata via internet, qualcuno chiede qualche dritta agli amici, si va perchè stufi di come vanno le cose in Italia. Le mete sono sempre le stesse : dal Regno Unito al Canada, fino agli Stati Uniti ed all'Australia, terra che inizia a riscontrare sempre più le preferenze della nostra comunità. Molti torneranno, qualcuno troverà altrove la sua strada.


Tanto per non dimenticare di essere a pochi chilometri dal confine con il Mezzogiorno, tanto per non dimenticare di essere orgogliosamente baucani.


sabato 16 gennaio 2016

L'inquinamento luminoso e le soluzioni alla "baucana"

L'obiettivo era quello di sensibilizzare la cittadinanza sulla tematica dell’inquinamento luminoso. Ed a conti fatti, l'opera di convincimento non deve essere stata nemmeno troppo faticosa per i nostri amministratori. Ebbene si, oggi a Boville Ernica, con la preziosa collaborazione del locale circolo di Legambiente ed alla presenza dell’avvocato Mario Di Sora, direttore dell'Osservatorio di Campo Catino, si è tenuto un convegno per discutere delle possibili soluzioni al problema. Soluzioni che a dire il vero a Boville sono state messe in atto, magari in maniera un pò rudimentale, già da un pò. Indovinate come? Beh, semplicemente spegnendo le luci.
Ve lo ricordate? Si, subito dopo l'ultima campagna elettorale. Accendere un lampione si ed un lampione no. Davvero ingegnosi i nostri amministratori, non trovate? 

Chissà cosa avrebbe detto di questa bizzarra trovata l'astronomo Giuseppe Armellini che alla nostra cittadina ha donato tra le altre cose la meridiana in piazza Sant'Angelo; un dono che a quanto pare non è stato nemmeno troppo apprezzato visto le condizioni in cui è stata lasciata la stessa. 

martedì 12 gennaio 2016

Acqua, la grande farsa

Un atto di indirizzo politico che dia mandato al sindaco Piero Fabrizi a valutare, insieme ad altri comuni ciociari, la rescissione del contratto che li lega ad Acea. Dopo tante polemiche, dopo le proteste sollevate dai quattro angoli della terra che fu di Caio Mario e Cicerone alcuni amministratori sembrano essere intenzionati a partire, lancia in resta, contro l'attuale gestione del servizio idrico.

Un tema scottante che a Boville non riguarda soltanto la gestione dell'Acea ma anche gli equilibri interni a quella che un tempo era la maggioranza del sindaco Fabrizi che, ufficialmente, si è spaccata proprio sulla mancanza di fiducia tra Piero Fabrizi ed il suo ex vice sindaco Memmo Di Cosimo. Una bomba ad orologeria quindi. Scoppiata con quasi un anno e mezzo di ritardo se è vero come è vero che il voto favorevole al piano investimenti è stato espresso l'estate dello scorso anno mentre la defenestrazione di Di Cosimo è roba di poche settimane.

Ci stanno prendendo in giro? La riflessione è molto semplice. Perchè la fiducia tra il primo cittadino ed il suo vice è venuta a mancare a scoppio ritardato e quindi un anno e mezzo dopo? Ancora .. ci risulta che il sindaco Fabrizi abbia partecipato, spesso proprio insieme a Memmo Di Cosimo, alla maggior parte delle riunioni della consulta dei sindaci. Sarà capitato ai due rappresentanti del comune di Boville di discutere della vicenda, di scambiare opinioni in merito, no? Insomma, è davvero possibile che Di Cosimo abbia deciso da solo, senza ascoltare nessuno dei suoi colleghi di maggioranza? Possibile che non ci sia stata nemmeno una telefonata tra il sindaco ed il suo vice?

Poi, veniamo alla vicenda del piano di investimenti. I cittadini di Boville stanno pagando le bollette del servizio idrico adeguati dal gestore alla tariffa accordatagli proprio in occasione della presentazione del piano di investimenti. A tutt'oggi però cercare una nuova condotta idrica a Boville equivale a cercare un ago in un pagliaio. In calendario sembra esserci soltanto un intervento sulla condotta della rete fognante, nella zona di Casavitola, in coabitazione con il comune di Veroli ma stando a quanto ci hanno raccontato alcuni residenti della zona la discussione va avanti nemmeno si dovesse realizzare un circuito di Formula 1.

Una richiesta esplicita ai nostri amministratori potremmo farla anche noi di Radio Boville da queste pagine. Ci piacerebbe sapere, anche a seguito dell'intervento di Fare Verde, un associazione ambientalista riconosciuta a livello nazionale, quale è lo stato dei depuratori sul nostro territorio.

Magari il sindaco relazionerà all'assise in proposito. Magari ci spiegherà perchè ha lasciato passare, è proprio il caso di dirlo, tanta acqua sotto i ponti prima di interrompere il cammino politico con il suo antico sodale. Misteri della vita politica baucana; ne sapremo di più domani sera.

domenica 3 gennaio 2016

Alex Colapietro ricoverato d'urgenza a Roma dopo uno scontro di gioco. Ancora sconfitta per l'Atletico Boville

Attimi di paura vissuti nella mattinata di oggi nel campo sportivo "Montorli" a Boville Ernica. Nella tarda mattinata infatti si stava disputando la partita del campionato di Promozione tra la squadra locale, l'Atletico Boville ed il Borgo San Michele, compagine di Latina. 
A metà della ripresa un duro scontro di gioco tra due compagni, entrambi calciatori dell'Atletico Boville ha fatto temere il peggio per uno di loro. Il difensore blugranata Alex Colapietro, 23 anni, e' caduto a terra perdendo i sensi dopo lo scontro, fortuito, con il suo compagno di squadra. Sul posto è stata fatta arrivare un'eliambulanza. Dopo le prime cure i medici hanno predisposto il trasferimento del giocatore all'ospedale in un ospedale della Capitale. Ha riportato un trauma facciale con interessamento della mandibola ma non sarebbe in pericolo di vita. Nelle prossime ore, dopo che le sue condizioni si saranno stabilizzate sarà possibile fare una diagnosi più precisa. Lievemente ferito il portiere, medicato in campo. Per la cronaca, al momento dello scontro tra i due calciatori, l'Atletico Boville, ultimo in classifica, stava vincendo il match con il risultato di uno a zero. La gara però è terminata con l'ennesima sconfitta dei blugranata con un gol beffardo subito in piena zona Cesarini. Il nuovo anno insomma non sembra essere iniziato molto bene per la squadra di mister Caldaroni che ora dovrà fare a meno di uno degli elementi migliori; la speranza di tutti gli appassionati è che si possa invertire questa tendenza quanto prima.

venerdì 1 gennaio 2016

Piero e Matteo, tasse e social network

Sono la passione di Matteo Renzi, il premier non eletto da nessuno.
Evidentemente, la mania per i social network deve aver contagiato un pò tutti, anche in politica.
E mentre il royal baby originario di Rignano sull'Arno preferisce il cinguettio di Twitter, il nostro sindaco, Piero Fabrizi sembra preferire Facebook, il social network di Mark Zuckerberg.

Lo stile però è lo stesso. Ricordate come ha fatto Renzi a tradire Enrico Letta, allora capo del governo? Con un post su Twitter. "Matteo stai sereno" scrisse il fiorentino.
Evidentemente la cosa deve aver ispirato Piero Fabrizi che in clima di scissioni e "tradimenti" si è sentito ispirato ed ha rivolto gli auguri alla cittadinanza di Boville per mezzo del famoso social network.

"Il Sindaco augura a tutti gli amati cittadini di Boville Ernica un buon 2016. Con affetto Piero".
Fantastico, non trovate? Fantastica soprattutto la parte in cui scrive "amati cittadini di Boville Ernica". Quindi, sentitevi amati amici miei. Amati e non tartassati. No, amati perchè il vostro sindaco non si dimentica mai di voi. E per Natale, invece degli auguri, vi manda da pagare gli arretrati della vecchia Ici.
Vi vuole talmente bene che ha portato le aliquote della tassa sulle seconde case, forse su consiglio del Grande Tassatore Anthony Astolfi, al massimo consentito dalla legge. Vi vuole talmente bene, inoltre, che questi recuperi non li ha affidati agli uffici del comune di Boville dove magari qualche cittadino, qualche anziano forse, aveva l'opportunità di recarsi per avere delucidazioni in merito.
No, li ha affidati ad una società privata con sede a Frosinone. E nel frattempo però, continuiamo a pagare ai dipendenti comunali stipendi e contributi.

E' un pò la favoletta che ci sta raccontando Renzi che ci ha promesso di abolire le tasse sulla prima casa ma poi se vai a leggere il Def, il documento di programmazione economica e finanziaria scopri che la pressione fiscale nel suo complesso aumenterà ancora invece di diminuire. Praticamente, toglie con un mano e ci prende anche di più con l'altra. Insomma, ci sta prendendo in giro.

E allora, non sarebbe stato più corretto scrivere TARTASSATI cittadini invece che amati?

Buon anno amici di Radio Boville. E quando un politico vi dice che vi vuole bene, grattatevi ..

giovedì 31 dicembre 2015

Auguri di buon anno .. pieno di tasse. La lettera aperta di Marcello Dalmazia al tartassato popolo di Boville Ernica

Non è nel nostro stile ma nel nuovo corso di Radio Boville abbiamo deciso di aprire le porte dell'amato sitarello ed ospitare, tutti coloro che, svolgendo un ruolo attivo nella politica locale, ci chiedono "asilo politico". Inauguriamo questa serie di interventi con la lettera aperta di Marcello Dalmazia. Commerciante, animo anarchico, centrale difensivo con i piedi tutt'altro che delicati, comunista dai tempi di Berlinguer ed ora attivista del Movimento Cinque Stelle, Dalmazia, a titolo personale vuole rivolgere, con l'occasione degli auguri di fine anno, un saluto alla cittadinanza di Boville Ernica.

"Anzitutto ringrazio gli amici di Radio Boville per avermi concesso l'opportunità di rivolgere ai cittadini di Boville Ernica i migliori auguri per l'anno che sta per iniziare. Una maniera forse inconsueta per augurare a tutti i cittadini buon anno ma l'auspicio, mio e di tanti altri, è che queste pagine possano diventare in futuro occasione di confronto ed arricchimento culturale, politico e sociale per la nostra cittadina.
Il mio pensiero va prima di tutto alle persone sofferenti. Malati, anziani, bambini, disoccupati e sofferenti in generale; la speranza è che il nuovo anno possa regalare a noi tutti salute, pace e prosperità.

Un augurio particolare va a tutti i membri dell'amministrazione comunale di Boville Ernica, agli impiegati ed agli amministratori. Ai nostri governanti gli auguri per tutto ciò che ci hanno riservato in questi anni di amministrazione a dir poco scandalosa. Ci siamo ritrovati con le tasse tra le più alte della Ciociaria e come se non bastasse tutti abbiamo ricevuto gli auguri da parte loro con tributi e balzelli da pagare, relativi sia all'annualità in corso che a quelle precedenti. Ho appreso da amici ben informati che la riscossione dei tributi in questione è stata affidata alla Ica, un azienda privata con sede a Frosinone che a Boville, tra le altre cose, gestisce anche il servizio di pubblica affissione. Domanda. Non era forse più giusto utilizzare il personale degli uffici comunali per svolgere tali mansioni? Non era forse meglio cercare di mettere a riparo i nostri concittadini, già pesantemente condizionati dalla situazione economica nazionale, da eventuali contenziosi con queste società di riscossione che sono solite applicare sanzioni, interessi e more? Non era forse più opportuno, una volta venuto a mancare il compianto Ezio Santoloci, affidare questi incarichi, per mezzo di regolare bando di gara a qualche professionalità locale? C'era davvero bisogno di incaricare società private che non hanno nemmeno sede nel nostro territorio?
Ai nostri amministratori va l'augurio più sincero di ricevere tanto quanto loro hanno riservato al popolo bovillense.

Voglio altresì spendere due parole per esperimere la mia solidarietà all'architetto Memmo Di Cosimo per il trattamento vile ed osceno che ha ricevuto dal suo antico pigmalione, il dottor Piero Fabrizi. Certo, questo può in qualche modo sorprendere le persone meno avvezze ai rituali della politica ed in particolare ai metodi usuali del nostro amato sindaco. Nonostante le prime, timide smentite che leggiamo sulla stampa locale sono fermamente convinto che il signor Anthony Astolfi sarà un pole position per ricevere l'imprimatur da parte del nostro primo cittadino anche se il suo cognome potrebbe rappresentare un grosso ostacolo alla sua investitura.


Colgo l'occasione inoltre per ribadire, seppur da questo spazio virtuale, la mia ferma intenzione di propormi quale candidato a sindaco nella prossima tornata elettorale anche se capisco che il mio cognome è Dalmazia e non Fabrizi ...

Auguri a tutti voi .. a riveder le stelle !!"

Marcello Dalmazia


mercoledì 30 dicembre 2015

Piero Fabrizi, Agatha Christie ed il mazzo di garofani

Scriveva Agatha Christie che “un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova”. Ed ora, a Boville, siamo arrivati a tre.
Enzo Perciballi, Benvenuto Fabrizi ed ora Memmo Di Cosimo; sono questi i consiglieri comunali defenestrati da Piero Fabrizi nel corso dei suoi due mandati a Palazzo Simoncelli. Verrebbe da pensare che il nostro primo cittadino mal sopporti persone che, all'interno della sua squadra, potrebbero fargli ombra. Non c'è altra spiegazione infatti alla rottura politica che si è verificata nell'attuale maggioranza. A ben guardare infatti Enzo Perciballi e Memmo Di Cosimo, ricoprivano entrambi il ruolo di vice sindaco e sono stati, nelle rispettive tornate elettorali, i consiglieri che hanno raccolto il numero maggiore di preferenze. Un bottino di voti in entrambi i casi particolarmente consistente.
Del resto, era davvero politicamente possibile relegare l'architetto Di Cosimo ad un ruolo da comprimario, negandogli un ruolo di primo piano come poteva essere la presidenza del consiglio comunale?
La staffetta tra lui ed Anthony Astolfi, ipotizzata due anni e mezzo fa, doveva essere questa. 
Ma così, per una serie di ragioni, non è stato. 

Certo, la storia politica di Boville degli ultimi venti anni ci insegna che le spaccature interne alle varie amministrazioni che si sono succedute sono all'ordine del giorno. Iniziarono Ruggero Mastrantoni e Michele Rotondi, poi lo stesso Rotondi con Alberto Paglia ed Americo Picarazzi fino ad arrivare a Piero Fabrizi. Con tutta probabilità, queste spaccature politiche sono tutte figlie di alleanze costruite non sulle idee o sui programmi ma soltanto con l'intento di accaparrarsi le poltrone. Tutti insieme appassionatamente salvo poi salire all'ultimo piano di Palazzo Simoncelli e rompere gli accordi stretti in precedenza.

Di fatto, al di là delle smentite dei diretti interessati, il terremoto interno alla maggioranza di Piero Fabrizi spalanca le porte, con largo anticipo, alla prossima campagna elettorale. Una campagna elettorale che non riguarda soltanto Boville ma ha un respiro molto più ampio. 
Con la nomina di Astolfi a vice sindaco e quella di Angelo Fabrizi alla presidenza del consiglio comunale a Boville si è formata una sorta di amministrazione monocolore del Partito Socialista; sindaco, vice sindaco e presidente del consiglio comunale sono tutti e tre socialisti. Nemmeno nei sogni più belli il compianto "zio" Alfredo De Paulis avrebbe potuto immaginare tanto. 
Considerate le percentuali con cui il Partito Socialista viaggia a livello locale e nazionale a Piero basta ed avanza per rivendicare una candidatura più importante, magari alle prossime regionali o in alternativa alla Camera. 
Sul territorio inoltre il ticket composto da Astolfi ed Angelo Fabrizi sembra essere ben assortito; entrambi fedelissimi del sindaco, uno residente nella zona di Scrima e l'altro a Santa Liberata, tradizionale serbatoio di voti del primo cittadino. Non è stato casuale nemmeno il riconoscimento del ruolo di capogruppo ad Angelo Reali: eletto da un comitato, ora luogotenente del sindaco a Colle Martino, Reali in questi anni ha ha mantenuto rapporti cordiali con lo stesso Memmo Di Cosimo ma con la nomina a capogruppo la sua posizione è di fatto blindata.

Un piano ingegnoso, probabilmente studiato a tavolino, magari davanti ad un buon bicchiere di brandy o magari di vino. Ovviamente rosso. Rosso come il garofano socialista.

Potrebbero aver fatto i conti senza l'oste. 

Piero Fabrizi e Memmo Di Cosimo, c'eravamo tanto amati

C'eravamo tanto amati. Potremmo parafrasare così, citando il film interpretato da Nino Manfredi e Vittorio Gassman con la sapiente regia di Ettore Scola, il terremoto politico che si è abbattuto sul comune di Boville Ernica. Nella seduta di ieri del consiglio comunale, l'ultimo dell'anno solare in corso, si è consumata la spaccatura tra il sindaco Piero Fabrizi e colui che fino a pochi giorni fa ne era stato il vice, l'architetto Memmo Di Cosimo.

Piero e Memmo. Socialista anzi socialdemocratico il primo, democristiano di ferro il secondo. Piero con il monovolume, Memmo con lo scooter. Due stili diversi che sembravano completarsi, almeno per un pò. Da tempo la sintonia tra i due, forse a causa delle gelosie interne alla maggioranza, non era più quella dei bei tempi. Le prime frizioni due anni e mezzo fa, poco prima della composizione delle liste con una parte della squadra di Piero Fabrizi che osteggiava la candidatura di Di Cosimo. Gli strateghi di "Insieme per Crescere" arrivarono ad istituire una sorta di direttorio (chiamarlo così fa figo e suona anche vagamente comunista ..) composto da tre saggi, con il compito di dirimere la questione. Il bandolo della matassa fu trovato appena poche ore prima della presentazione delle liste con Memmo Di Cosimo che, poche settimane dopo risultò il primo eletto, il candidato con i maggiori consensi.
Dopo la vittoria, i panini con la porchetta (e si, le pecore sul territorio iniziavano a scarseggiare ..) i tappi di champagne e la sfilata pacchiana per le strade del borgo, le prime frizioni per la composizione della giunta. Si arrivò ad un accordo, ad una staffetta, un pò come faceva Ferruccio Valcareggi al mondiale messicano con Rivera e Mazzola prima che Pelè e Rivelino, con un poker, mettessero fine a quell'indegno spettacolo, a quell'offesa verso il dono del talento nel gioco del calcio.
Ad ogni modo, l'accordo era grosso modo questo; Memmo vice sindaco ed Anthony Astolfi presidente del consiglio con la promessa di ruotare a metà della consiliatura.
Poco dopo, la tormentata vicenda del piano di investimenti di Acea, con relativo aumento della tariffa, votato, tra i tanti, proprio dall'architetto Di Cosimo. Polemiche a non finire insomma, seguite dal dissenso di qualche sponsor dell'amministrazione fino al ritiro di un paio di deleghe che erano state assegnate a Memmo per ridimensionarne il ruolo. Manco a dirlo, la delega in questione era quella alla polizia locale ...

E cosi, dopo due anni e mezzo, nel gioco di incastri le tessere del mosaico di Palazzo Simoncelli non si sono ricomposte come coram populo, avrebbe voluto ovvero con il ruolo di presidente dell'assise assegnato all'architetto ex della Margherita. Ecco però che la poltrona di presidente dell'assise civica è andata ad Angelo Fabrizi, assessore uscente e fedelissimo del sindaco.

Una mossa che a Memmo Di Cosimo, candidato più votato ora relegato ad un ruolo di secondo piano, non deve essere piaciuta. Qualche osservatore ha letto in questo passaggio politico una sorta di investitura verso Astolfi ed Angelo Fabrizi da parte del primo cittadino ma probabilmente è troppo presto per lasciarsi affascinare da dietrologie e strategie.
"Non c'è fiducia" ha più volte ripetuto l'architetto durante il suo intervento in consiglio comunale. E Piero che ha ribadito, subito dopo, che in politica non si fanno matrimoni e non ha risparmiato al suo antico sodale anche una frecciatina sulla vicenda Acea.

Beh, per una volta ha ragione Piero, in politica non si fanno matrimoni ma si ha il dovere di restare fedeli alla propria parola ed ai propri ideali.
Certo, quando la stella di Craxi brillava nel punto più alto del firmamento, tutti erano socialisti. Poi, dopo la caduta, molti si sono riscoperti socialdemocratici. Ma è così che va il mondo.

Un mio amico, uno storico economista si domandava: "Quando le cose cambiano, io cambio le mie idee. E tu che fai?"