venerdì 19 maggio 2017

Tangenti per gli impianti a led nella Marsica, l'inchiesta coinvolge anche la senatrice Pd Stefania Pezzopane

Un'inchiesta che parte da Boville Ernica, arriva in Abruzzo e prosegue fino a Roma, al Senato. L'indagine sui lavori per la trasformazione degli impianti pubblici della Marsica al led, per i quali sarebbero state pagate delle tangenti, diventa un caso nazionale. L'inchiesta, nata dalle denunce dell'imprenditore Angelo Capogna della Saridue (società poi fallita) e che, nei giorni scorsi, ha portato la procura di Avezzano a notificare 37 avvisi di conclusione delle indagini preliminari, nei confronti di amministratori locali, imprenditori e tecnici di diversi centri dell'Abruzzo, fa un ulteriore salto di qualità. Secondo quanto emerso nella giornata di ieri, con tanto di ribalta mediatica nei principali tg e quotidiani nazionali, dalle dichiarazioni rese da Capogna è stata aperta un'altra indagine. Dal filone principale è stato effettuato uno stralcio che riguarderebbe la senatrice del Partito democratico Stefania Pezzopane e per questo è stato trasferito per competenza alla procura dell'Aquila.
Quest'ultima, 57 anni, senatrice dal 2013, è stata assessore e presidente del consiglio comunale dell'Aquila, presidente della Provincia e assessore e vice presidente del consiglio regionale dell'Abruzzo. Alla parlamentare è contestato il reato di finanziamento illecito ai partiti. Lei, dal canto suo, ostenta tranquillità, dice di non aver ricevuto ancora nulla e di essere sicura che tutto si chiarirà. «La magistratura - ha dichiarato - vada in fondo e scopra la verità: so come faccio le campagne elettorali e come agisce il mio tesoriere».
Secondo le dichiarazioni di Capogna, che hanno portato anche all'apertura di un analogo procedimento per gli appalti di Monte San Giovanni Campano e Castro dei Volsci, l'imprenditore sarebbe stato costretto a pagare tangenti, nonché effettuare lavori gratis, regali, sponsorizzazioni di squadre di calcio della Marsica, perfino la porchetta per la rielezione di un sindaco abruzzese ed assunzioni di parenti e conoscenti dei politici pur di lavorare. Capogna, che è assistito dall'avvocato Giuseppe Dell'Aversano, dopo la sua denuncia è stato più volte ascoltato dagli investigatori della procura di Avezzano e dalla squadra mobile dell'Aquila. Ha ricostruito come otteneva le commesse per l'installazione del led e quanto gli chiedevano i vari intermediari, che, a un certo punto, lo avrebbero minacciato di stoppare i lavori. Per questo Capogna si trova nella duplice veste di indagato, per corruzione e associazione a delinquere, ma anche di parte lesa per i reati di estorsione e usura.
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Uomini e caporali

Qualche sera fa, verso mezzanotte, ho incrociato Piero Fabrizi che camminava da solo, bavero alzato, per il centro di Boville. Credeteci o no, era lui. Cosa ci facesse in giro, non lo so. Forse tornava a casa dopo aver rivisto la torre, una delle diciotto del nostro amato borgo, che voleva comprare al modico prezzo di centodiecimila euro. Forse, era andato a fare una passeggiata dopo aver mangiato in una delle nostre pizzerie; a stomaco pieno si ragiona meglio.

Nella penombra del lavatoio, senza alcun ostacolo che mi impedisse di approcciarlo, ho avuto il pensiero di fermarlo e chiedergli come mai si sia dimesso Anthony Astolfi. Poi è prevalsa l'idea che fosse l'unica occasione possibile per lasciarlo tranquillo, dopo nove anni. Radio Boville, non dimentichiamolo, è nata per rompere le scatole. Insomma, avrei potuto chiedergli tante cose. Il secondo mandato che volge al termine, il suo vecchio sodale Memmo Di Cosimo passato tra i banchi dell'opposizione, il suo primo vice sindaco, Enzo Perciballi, ormai in rampa di lancio per la prossima tornata elettorale. E magari se ha scelto già il suo successore oppure se sta ancora sfogliando la classica margherita oppure la decisione la prenderà semplicemente tirando a sorte. Lui non ammetterebbe mai ma .. se potesse, Piero, avvierebbe molti dei suoi compagni di viaggio, presenti e soprattutto passati, alla carriera di segnalatori del traffico in qualche comune del Viterbese. 


Invece, vedendo Piero arrivare così, mi sono bloccato: non ci avrà portato grandi cose, ma basta incrociarlo per strada per capire che comunque vada si è guadagnato sul campo i gradi del sindaco. Certo, troppe chiacchiere, troppe tasse, troppe buche sulle nostre strade. Nonostante tutto però, Piero ha provato a fare del suo meglio. E allora, come disse un cantore sudamericano, l'ho lasciato camminare, "solo, come un fantasma, per un vecchio borgo".


Le mie riflessioni mi hanno portato lontano: vedendo Piero pensieroso ho creduto volesse schiarirsi su quello che gli sta accadendo intorno. 
La raccolta differenziata che stenta a decollare ed invece di far risparmiare i baucani ci fa spendere addirittura più che negli altri anni, lampioni della pubblica illuminazione che sono tornati a spuntare qua e là nonostante la drastica scelta di accenderne uno si ed uno di qualche anno fa, l'edilizia che stenta a riprendere fiato, tanti giovani che iniziano a pensare ad un futuro lontano da Boville, la tecnologia che rende economicamente poco redditizi sia l'ufficio postale di Scrima che la filiale bancaria al centro storico, il turismo che non decolla, i finanziamenti da Roma che non arrivano più.

Piero, da buon vecchio socialista, è un uomo che a tratti mette da parte la diplomazia o, forse, la interpreta meglio di tutti: un best-seller in libreria in questi giorni, ci ricorda la battuta del dottor Spock in Star Trek: "A volte, il fine della diplomazia è quello di prolungare le crisi".

A tratti ci sembra strano vedere Piero così pensieroso. Ha fatto il vice sindaco al crepuscolo della Prima Repubblica, è un politico di razza ma non pare conoscere l'essenza del volubile cittadino baucano, vero specchio di un paese che negli anni ha fatto tanto, tantissimo, forse troppo e spesso senza nemmeno chiedersi il perchè.  

Diceva un francese che il lutto non deve essere contemplare una fossa, ma guardare una stella. 

Il museo che esiste .. solo sulla carta !!

Boville Ernica, fino a qualche anno fa, era  nota solo per l’Angelo di Giotto che conserva nella chiesa di S. Pietro Ispano. In questi ultimi anni però si sono rivelati di enorme importanza anche altri siti ed opere d’arte che fanno della cittadina una meta turistica in crescente sviluppo. Senza voler considerare le migliaia di visite che arrivano ogni anno in occasione dell’evento della ” Pasqua con Giotto” , appena qualche giorno fa, domenica 7 maggio 2017, giorno privo di eventi, è stata visitata da un gruppo di circa 50 persone dell’Università dell’Aquila che sono rimaste molto colpite dalla complessità artistica della chiesa di S. Francesco. Appena il giorno seguente 8 maggio 2017, docenti dell’Università di Tor Vergata sono arrivati appositamente per vedere la chiesa di S. Francesco ed i suoi affreschi.

Venerdi 12 maggio un gruppo  addirittura da Palermo per visitare soprattutto il sarcofago paleocristiano e la “Domina” di Boville Ernica. Come dicevamo, sono numerose le opere d’arte ed i reperti archeologici finora trascurati e rimasti nell’ombra, che ora stanno incuriosendo e attirando molti visitatori. Il sarcofago paleocristiano è ormai noto in tutt’Italia ed all’estero dopo i tanti convegni svolti in Italia e a Frosinone grazie all’attività della Proloco di Boville ed all’associazione Xenia con l’arch Paola D’Arpino, ma anche in Germania e Francia, e libri pubblicati. Di recente, grazie al finanziamento del comune di Boville Ernica, è stata finalmente restaurata e riportata al suo antico splendore la meravigliosa scultura di testa femminile che la soprintendenza definisce “capolavoro della ritrattistica romana” e che è stata più volte nominata “Domina” (signora) di Boville Ernica. Ma la chiesa di S. Francesco conserva anche un altro gioiello dell’archeologia romana e per vedere uno strumento simile bisogna andare nella Casa del Pistrinum (Fornaio), all’interno del complesso archeologico di Pompei. Si tratta di una antica macina, detta ”tipo pompeiano” fortunatamente conservata in S. Francesco. Di reperti archeologici Boville Ernica ne avrebbe tantissimi, basta considerare quelli esposti nelle vetrine del Museo archeologico di Frosinone, quelli nelle vetrine del Museo di Casamari e quelli non esposti e conservati in vari magazzini e sovrintendenze. Visti i numerosi visitatori sempre in aumento  è un vero peccato non poter avere un riconoscimento come sala museale alla chiesa di S. Francesco, riconoscimento che permetterebbe di prevedere un biglietto d’ingresso a persona e relativi incassi che potrebbero essere utilizzati per rendere ancora più fruibile ed attraente la nostra cittadina. Tra l’altro la cosa più “strana” è che la chiesa è già Museo dal 1978 ! Il  29.04.1978 fu affidato un progetto per la realizzazione di un museo a Boville Ernica e con GM n. 404 del 23.10.1978 fu approvato.

I documenti del progetto sono stati ritrovati dalla Soprintendenza proprio in questi giorni . Nel 1978 furono finanziati e realizzati dei lavori per un totale di 78.263.000 milioni di Lire. Peccato che il museo non è mai entrato in funzione a tutti gli effetti ! Proprio all’inizio di quest’anno, alcuni dei palazzi storici della nostra provincia hanno aumentato il biglietto d’ingresso (alcuni che erano a 3,00 euro a persona sono passati a 5,00 euro ) e non per questo c’è stata flessione nelle visite, anzi la migliore musealizzazione ha addirittura aumentato notevolmente il numero d i visitatori. Se davvero il turismo è il settore del futuro è necessario che ci attiviamo per renderlo redditizio.

Nella foto, le pagine del libro di Don Bernardino D’Aversa  “Convento di S. Francesco di Bauco dei Minori Conventuali. Inventari – Sec. XVIII” dove vengono riportati i dettagli del progetto approvato ed i lavori finanziati.

mercoledì 10 maggio 2017

La successione di Piero, i Cinque Stelle e la Balena Bianca

Si scaldano i motori in vista della prossima campagna elettorale a Boville. La corsa verso lo scranno più alto di Palazzo Simoncelli è partita già da mesi; tanti i pretendenti, poche le idee ed i progetti concreti. Tutti, quasi tutti vogliono andare ad amministrare ma nessuno ha le idee chiare riguardo le necessità della cittadinanza, il profilo dei singoli candidati, la qualità della squadra che andrà a raccogliere l'eredità di Piero Fabrizi. Tanto fumo e poco arrosto.

Nonostante le dimissioni di Anthony Astolfi, scomparso dai radar della politica, in pole position rimane sempre la maggioranza di Piero Fabrizi o comunque ciò che resta rispetto alla composizione iniziale. Certo, il sindaco dopo aver completato i due mandati non potrà più concorrere alla carica di primo cittadino e questo potrebbe condizionare il cammino futuro della sua squadra che vede in Angelo Fabrizi ed Angelo Reali i possibili successori,Non è chiaro cosa farà Piero; boatos che rimbalzano da Frosinone lo vogliono candidato alla Regione e chissà che il nostro sindaco, approfittando di un consenso personale che va oltre Boville non decida di giocarsi la partita. Quello che è certo però è che Piero, comunque vada, non farà mancare il sostegno alla sua squadra. La calma apparente nella maggioranza comunque è figlia di una sorte di "pace armata" siglata dopo le dimissioni di Astolfi : Piero dovrà scegliere la carta dal mazzo molto presto.

Dalle dinamiche interne alla maggioranza dipenderà molto di quello che faranno le opposizioni. Rispetto alla scorsa campagna elettorale, Angelo Di Rienzo ed il dottor Giuseppe Di Cosimo non saranno quasi certamente della partita. Sta scaldando i motori Enzo Perciballi che forte dell'esperienza della scorsa tornata elettorale avrà sicuramente lavorato per rinforzare la squadra che lo sosterrà tra pochi mesi; sulla stessa lunghezza d'onda anche Memmo Di Cosimo che dopo due anni e mezzo di amministrazione a fianco di Piero Fabrizi è chiamato a confermare il buon risultato ottenuto quattro anni or sono. Nella variegata geografia politica del centrodestra si sta muovendo a fari spenti anche l'ex sindaco Michele Rotondi che dopo due sconfitte consecutive potrebbe decidere di riprovare nuovamente la scalata all'ufficio all'ultimo piano del palazzo comunale. Rispetto al 2003 però, l'anno che lo ha visto trionfare, non spira più quel vento di centrodestra e di quella squadra non è rimasto quasi più nessuno. Difficile infine che si componga la lista di un movimento che invece ha il vento in poppa, quello dei Cinque Stelle. l'entusiasmo iniziale con cui era stato accolto in paese il movimento di Grillo è andato lentamente scemando. Possibili sorprese potrebbero essere una lista formata completamente da giovani, di fatto ai margini delle decisioni che hanno segnato la vita politica cittadina mentre qualche ben informato al centro storico parla di un possibile ritorno in campo di Alberto Paglia come figura capace di raccogliere un consenso ampio in varie zone del territorio comunale, soprattutto tra l'elettorato moderato.
Insomma, se sono rose, fioriranno. Finora, i grandi assenti sono le idee ed i programmi; nella speranza, forse, che il nostro paese saprà scegliere il candidato migliore a prescindere dai giochini della politica.


lunedì 27 febbraio 2017

"La morte di una persona è sempre una sconfitta, per tutti". Monsignor Vincenzo Paglia interviene sul caso Fabo

Continua a fare scalpore, sui media nazionali, la scomparsa di Fabiano Antoniani, cieco e tetraplegico in seguito ad un incidente d'auto tre anni fa che è morto stamattina in Svizzera dopo essersi sottoposto all'eutanasia attiva. "Fabo - come era conosciuto - è morto alle 11,40, ha scelto di andarsene rispettando le regole di un Paese che non è il suo": scrive Marco Cappato sul suo profilo Facebook. Poi è lo stesso Cappato a fornire dei dettagli sugli ultimi istanti di vita di Fabo. "Ha morso un pulsante per attivare l'immissione del farmaco letale: era molto in ansia perché temeva, non vedendo il pulsante essendo cieco, di non riuscirci. Poi però ha anche scherzato". 
"Tutto questo mi rattrista molto. Deve rattristarci tutti, e anche interrogarci". Questo il commento del nostro concittadino, monsignor Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita, ha commentato, prima che arrivasse la notizia della morte di dj Fabo. "Ogni volta che si pone termine a una vita, o ci si propone di farlo, è sempre una sconfitta", ha dichiarato monsignor Paglia in un'intervista al Corriere della Sera, "una sconfitta amara: sia per chi dice 'non ce la faccio più" sia per una società che si rassegna all'impotenza".Per l'arcivescovo "la legge non può per sua natura"regolamentare "situazioni così drammatiche" e "il rischio è di creare 'la cultura dello scartò di cui parla il Papa".

domenica 19 febbraio 2017

Bernie Sanders, la sinistra baucana e l'Ottocento

Chissà cosa ne pensano i tre tenori della "sinistra" dem baucana. Enzo Perciballi, il renziano della prima ora, Ruggero Mastrantoni, il primo a sponsorizzare la nascita del Pd e Memmo Di Cosimo, democratico ante litteram che aveva in tasca la tessera della Margherita anche quando la moglie Anna Iaboni era candidata con i Ds : dicevamo, cosa ne pensano, alla vigilia del congresso del Pd i protagonisti della "gouche" baucana?
Tutti e tre sostenitori del giullare fiorentino oppure fieri restauratori del socialismo? Cosa si diranno durante il congresso è facile immaginarlo. In realtà non hanno niente da dire e la gente di Boville, per fortuna, non gli da nemmeno troppo ascolto. "Il nostro nemico è la destra» e giù applausi dalla sparuta platea, composta per lo più da sessantenni. Enzo Perciballi, rigorosamente in giacca e cravatta, indosserà gli abiti del moderato, Memmo Di Cosimo si travestirà da rivoluzionario, alla perenne ricerca di voti, non importa se arriveranno dal Marchionne di turno oppure da qualche precario. Certo, di giovani precari e popolo dei «voucher», altro tema molto in voga, se ne vedranno pochi. Quelli, la generazione dimenticata, vota per i Cinque Stelle. Ad abbassare un po' la media dell'età ci sarà qualche piccola delegazione di Giovani Democratici, con barbe da hipster e maglioncino «alla Marchionne». Non ci sono e non ci saranno le bandiere del Pd, partito che a Boville è stato spodestato a sinistra dai socialisti di Piero Fabrizi. E infatti gli unici di rosso vestiti, resteranno fuori dalla contesa.
Dentro, intanto, continua la rievocazione del socialismo ottocentesco. Verranno proiettate immagini della Resistenza, del '68 e delle proteste antirazziste in America. Oltre ai classici della sinistra italiana, primo fra tutti l'intramontabile Enrico Berlinguer, gli oratori citeranno Nelson Mandela, Rosa Parks e Papa Francesco. Magari facendo finta di dimenticarsi per quali ideali, i primi due, hanno lottato.
Di operai dentro la sezione del Pd a Boville non se ne vedono più da un pezzo. Vuoi perchè a Boville erano diventati tutti imprenditori, vuoi perchè la gente che falce e martello li usava davvero, negli anni dove dominava "la sinistra al caviale" (ed al cachemire aggiungiamo noi), non l'hanno mai fatta parlare. «Mi stupisce che ancora ci siano gli operai». Al solo pronunciare la parola tutti si scatenano. Al solito insomma, le parole d'ordine saranno sinistra e socialismo. Ma dovranno stare attenti a parlarne perchè da un paio d'anni sono il verbo di Orlando Cervoni, «il Bernie Sanders baucano». In fondo, ci si accontenta di poco.

giovedì 16 febbraio 2017

Chiude la vecchia Banca della Ciociaria, fine di una storia

Troppo piccola e non conviene. Ed i baucani non hanno più soldi da metterci e forse nemmeno il rating giusto per prenderne in prestito. Forse, è soltanto il segno dei tempi, delle tecnologie che cambiano il modo di vedere il mondo; del resto, con uno smartphone si è in banca.
Resta il fatto che il centro storico di Boville non ha più una banca; la vecchia Banca della Ciociaria chiude i battenti il prossimo diciassette marzo ed i conti correnti verranno trasferiti a Frosinone. A Boville non rimane che un solo uno sportello periferico, di Intesa, a Casavitola. E chissà ancora per quanto. 
Il nostro paese adesso lo vediamo un po' spento, ridiventato improvvisamente povero, come era una volta, prima del boom delle costruzioni e dell'edilizia.

Molti non lo sanno ma a Boville è nata una banca. Eravamo al crepuscolo degli anni Ottanta, l'ultima decade d'oro per immobiliaristi e costruttori, e l'alba dei più morigerati anni Novanta, quelli in cui Giuliano Amato ebbe la geniale idea di tassare per la prima volta la casa di proprietà. 

Fu così, che in quegli anni, nella piccola sala della biblioteca comunale, a pochi metri dalla filiale della Banca della Ciociaria nacque la Popolare del Frusinate. Poi le cose sono andate come sono andate e Boville ha perso fin da subito la presa sull'istituto di credito che nel giro di pochi anni si è ramificato in tutta la Ciociaria. Eppure a Boville non ha mai aperto uno sportello.
Nel frattempo al borgo aveva aperto una filiale anche il vecchio Banco di Napoli, fuggito nottetempo alle prime avvisaglie della crisi nell'ottica di una razionalizzazione dei costi con la capogruppo Intesa Sanpaolo. Ora, anche la vecchia Banca della Ciociaria se ne va. Al destino, si sa, non manca mai il senso dell'umorismo.
Il nostro centro storico continua a perdere pezzi. Meno servizi, meno qualità della vita, meno persone che circolano, meno incassi per i negozi, nessun introito per il comune di Boville che negli anni ha sempre percepito l'affitto. 
Meno, meno di tutto.

La cosa davvero buffa in tutta questa vicenda è che nessuno ha potuto obbiettare granché rispetto alla dipartita dell'istituto di credito. Del resto, nonostante la Banca della Ciociaria condividesse con gli uffici comunali il portone d'ingresso, il primo cliente ad andarsene, qualche anno fa, è stato il comune stesso trasferendo il servizio di tesoreria a Casamari. 

Ad ogni modo, nessuno di noi può fermare il progresso; è sempre stato così bella storia umana. Ed oggi le tecnologie permettono a ciascuno di entrare in banca dal divano di casa o mentre sorseggia un caffè in un bar.

Prima dell'avvento di Radio Boville, su internet, si poteva leggere del nostro amato borgo soltanto sui giornali. Le tecnologie cambiano il modo di vedere il mondo. 

giovedì 9 febbraio 2017

The Donald, la torre ed il colpo di testa di Pelè

Gli americani vogliono costruire il muro con il Messico, due anni fa Piero ed i suoi volevano comprare la torre. 

Settanta mila euro, centodieci con gli interessi; tanto sarebbe costata la torre della discordia al popolo di Boville mentre, a sentire The Donald, il muro che farà da confine insieme al Rio Grande lo pagheranno i messicani.

Tra nostalgia ed una montagna di sensi di colpa, insomma, sembra che l'amministrazione comunale abbia archiviato l'idea di rilevare la torre. 

Peccato perché avremmo potuto usare l'avamposto per gli avvistamenti delle truppe dei Borboni che muovono verso l'amata terra di Bauco. E allora la storia che avremmo potuto raccontare sarebbe stata una mezza truffa, un cocktail sbagliato, un Cuba Libre con troppa cola e troppo poco rum. 

Comunque sia, i baucani in America hanno votato in maggioranza per Trump. Sarà per l'affinità con l'immobiliarista del Queens, sarà per il desiderio ancestrale di costruire muri, sempre e comunque. Si sa, sono gente pratica i baucani. 

Per i nostri concittadini al di là dell'Atlantico del resto il Messico significa tre cose : immigrati illegali, una bandiera molto simile a quella dell'Italia e la finalissima persa a Città del Messico nel 1970 con Rivera in campo sei minuti, l'Italia contro il Brasile, Valcareggi in panchina e Pelè che sale sulla luna.


E così, mentre i baucani d'America si chiedono se The Donald riuscirà o meno a mantenere gli impegni assunti, i baucani della madrepatria si chiedono quali promesse gli faranno gli aspiranti candidati ad indossare la fascia tricolore oggi saldamente sulle spalle di Piero. 

A Boville fortunatamente, non ci servono muri e nemmeno torri. Forse non abbiamo bisogno nemmeno di rivoluzioni.

I cubani ben presto si accorsero che la rivoluzione era una beffa e che Fidel non era diverso da Batista. Basterebbe, semplicemente, non votare più i politici chiacchieroni. Quelli che negli ultimi venti anni non hanno fatto altro che costruire opere inutili e messo continuamente le mani in tasca ai cittadini. 


L’arte di sopravvivere in difesa non passa per forza dalle clientele.