mercoledì 30 dicembre 2015

Piero Fabrizi e Memmo Di Cosimo, c'eravamo tanto amati

C'eravamo tanto amati. Potremmo parafrasare così, citando il film interpretato da Nino Manfredi e Vittorio Gassman con la sapiente regia di Ettore Scola, il terremoto politico che si è abbattuto sul comune di Boville Ernica. Nella seduta di ieri del consiglio comunale, l'ultimo dell'anno solare in corso, si è consumata la spaccatura tra il sindaco Piero Fabrizi e colui che fino a pochi giorni fa ne era stato il vice, l'architetto Memmo Di Cosimo.

Piero e Memmo. Socialista anzi socialdemocratico il primo, democristiano di ferro il secondo. Piero con il monovolume, Memmo con lo scooter. Due stili diversi che sembravano completarsi, almeno per un pò. Da tempo la sintonia tra i due, forse a causa delle gelosie interne alla maggioranza, non era più quella dei bei tempi. Le prime frizioni due anni e mezzo fa, poco prima della composizione delle liste con una parte della squadra di Piero Fabrizi che osteggiava la candidatura di Di Cosimo. Gli strateghi di "Insieme per Crescere" arrivarono ad istituire una sorta di direttorio (chiamarlo così fa figo e suona anche vagamente comunista ..) composto da tre saggi, con il compito di dirimere la questione. Il bandolo della matassa fu trovato appena poche ore prima della presentazione delle liste con Memmo Di Cosimo che, poche settimane dopo risultò il primo eletto, il candidato con i maggiori consensi.
Dopo la vittoria, i panini con la porchetta (e si, le pecore sul territorio iniziavano a scarseggiare ..) i tappi di champagne e la sfilata pacchiana per le strade del borgo, le prime frizioni per la composizione della giunta. Si arrivò ad un accordo, ad una staffetta, un pò come faceva Ferruccio Valcareggi al mondiale messicano con Rivera e Mazzola prima che Pelè e Rivelino, con un poker, mettessero fine a quell'indegno spettacolo, a quell'offesa verso il dono del talento nel gioco del calcio.
Ad ogni modo, l'accordo era grosso modo questo; Memmo vice sindaco ed Anthony Astolfi presidente del consiglio con la promessa di ruotare a metà della consiliatura.
Poco dopo, la tormentata vicenda del piano di investimenti di Acea, con relativo aumento della tariffa, votato, tra i tanti, proprio dall'architetto Di Cosimo. Polemiche a non finire insomma, seguite dal dissenso di qualche sponsor dell'amministrazione fino al ritiro di un paio di deleghe che erano state assegnate a Memmo per ridimensionarne il ruolo. Manco a dirlo, la delega in questione era quella alla polizia locale ...

E cosi, dopo due anni e mezzo, nel gioco di incastri le tessere del mosaico di Palazzo Simoncelli non si sono ricomposte come coram populo, avrebbe voluto ovvero con il ruolo di presidente dell'assise assegnato all'architetto ex della Margherita. Ecco però che la poltrona di presidente dell'assise civica è andata ad Angelo Fabrizi, assessore uscente e fedelissimo del sindaco.

Una mossa che a Memmo Di Cosimo, candidato più votato ora relegato ad un ruolo di secondo piano, non deve essere piaciuta. Qualche osservatore ha letto in questo passaggio politico una sorta di investitura verso Astolfi ed Angelo Fabrizi da parte del primo cittadino ma probabilmente è troppo presto per lasciarsi affascinare da dietrologie e strategie.
"Non c'è fiducia" ha più volte ripetuto l'architetto durante il suo intervento in consiglio comunale. E Piero che ha ribadito, subito dopo, che in politica non si fanno matrimoni e non ha risparmiato al suo antico sodale anche una frecciatina sulla vicenda Acea.

Beh, per una volta ha ragione Piero, in politica non si fanno matrimoni ma si ha il dovere di restare fedeli alla propria parola ed ai propri ideali.
Certo, quando la stella di Craxi brillava nel punto più alto del firmamento, tutti erano socialisti. Poi, dopo la caduta, molti si sono riscoperti socialdemocratici. Ma è così che va il mondo.

Un mio amico, uno storico economista si domandava: "Quando le cose cambiano, io cambio le mie idee. E tu che fai?"

giovedì 24 dicembre 2015

A Boville sono tornate a pascolare le pecore. Per ora.

Mentre i nostri amministratori si spartiscono poltrone ed incarichi, finalmente si rivedono le pecore pascolare nelle campagne baucane. 
C'è voluta l'atmosfera natalizia per festeggiare un evento che ha quasi dello straordinario. Intendiamoci, le pecore a Boville non sono in via d'estinzione per fortuna ma da qualche tempo non si vedevano più in giro per il borgo. 
Forse, ancora terrorizzate dall'ultima campagna elettorale, la popolazione ovina era piuttosto prudente nel pascolare nelle campagne bovillensi. 

Del resto, come dimenticare le scorpacciate di pecora al sugo che hanno contraddistinto i comizi del sindaco Fabrizi? Ed ecco che questi animali, poverini, se la sono data a gambe per un bel po'. Meglio girare alla larga da Boville in tempi di elezioni avranno pensato. Ora, insieme ai cinghiali che si vedono sempre più spesso dalle nostre parti, insieme alla poiana più volte avvistata dalle parti di Monte di Fico, anche le pecore sono tornate confortate dal fatto che la Pasqua è sufficientemente lontana, che nel corso delle festività natalizie di solito si ammazza il maiale e soprattutto che ed alla prossima campagna elettorale mancano ancora due anni. 

È per questa ragione che, come ci ha segnalato un nostro affezionato lettore, questi ovini hanno avuto il coraggio di sono spingersi fino a sopra al costone del parcheggio antistante porta San Nicola. Tenendosi ovviamente alla larga non dal vecchio mattatoio comunale che è a poche decine di metri di distanza ma dal palazzo comunale, ça va sans dire.


Del resto, bisogna ringraziarle perché ci hanno fatto perfino il favore di ripulire il costone del parcheggio dalle erbacce. Certo, alla pulizia dovrebbe pensarci il comune, soprattutto in considerazione del fatto che ci fregiamo del vessillo dei Borghi più belli d'Italia. Chiedere poi a questo piccolo gregge di ovini di sistemare anche la parete che separa il viale di accesso al parcheggio, a suo tempo rattoppata con la fassa (si, avete capito bene, con la fassa) sarebbe stato chiedere troppo; nonostante i numerosi interventi dell'opposizione, in particolare del consigliere Enzo Perciballi, i nostri amministratori hanno pensato bene di lasciare la parete così come è, nella speranza che le erbacce coprano le toppe. Ora le pecore, anzi le capre che notoriamente amano pascolare in luoghi più impervi potrebbero scombinare i loro piani. Ma questa è un altra storia. 

Insomma, lasciateci scherzare, è Natale e ci prendiamo questa piccola libertà. Del resto la politica di questi tempi rischia di essere perfino troppo noiosa e non vorremmo certamente che qualcuno interpretasse questo nostro post diversamente da quello che è ovvero un modo per fare ironia. Un piatto di pecora al sugo, magari accompagnata da un buon bicchiere di rosso è anche un modo per creare empatia tra persone della stessa comunità. Tornando alle cose serie però la speranza di tutta la cittadinanza di Boville è quella di parlare in futuro poco di cibo e molto di più di idee e programmi. La nostra è una comunità che nei decenni ha saputo essere protagonista ed ora, per una serie molteplici di ragioni, sembra quasi spaesata e senza troppa fiducia nel futuro. Si, un pizzico di ironia e tanto coraggio, ne abbiamo bisogno. Per il resto le pecore, preziose alleate nella pulizia delle campagne, lasciamole pascolare liberamente.