martedì 5 gennaio 2021

LA NATIVITA' e L'EPIFANIA del sarcofago di BOVILLE ERNICA

Sempre più spesso citati su Tv, libri e giornali.



 
Quando negli anni quaranta del secolo scorso, a Boville Ernica in zona Sasso,  degli agricoltori trovarono nel terreno in cui stavano arando quella grande pietra lavorata, certo non immaginavano neanche lontanamente che, quello che poi si sarebbe rivelato essere un sarcofago, da li a pochi decenni, sarebbe stato studiato anche all'estero  e posto a confronto con pochissimi e rarissimi altri reperti archeologici analoghi, che avrebbe praticamente modificato alcuni postulati della storia dell'arte e dell'arte paleocristiana, e che sarebbe stato citato anche da eminenti accademici su giornali vaticani. Nel 2003 fu pubblicato il primo vero studio dettagliato frutto di una tesi di Laurea(1). Otto anni fa un ricercatore(2)  esperto di simbologia sacra ed archeoastronomia ha pubblicato due libri che parlano soprattutto del sarcofago di Boville Ernica. Perfino la Rai ed altre Tv si sono scomodate negli ultimi anni per venire a fare servizi e riprese sul nostro sarcofago, nel 2016 il programma di Rai2 Voyager, ed anche il Tg3 Lazio pochi giorni fa (in basso, al termine della pagina i due video). Neanche ci si sarebbe aspettati che il sarcofago di Boville presentasse delle caratteristiche uniche rispetto ai pochi frammenti simili oltre al fatto straordinario che, mentre gli analoghi reperti sono tutti frammentari, solo coperchi, solo fronti, o assemblaggi di pezzi di diversa origine, il nostro sarcofago è intatto, completo, con tutta la decorazione dei bassorilievi integri cosi come sono stati concepiti e realizzati nel IV secolo, per la precisione a Roma tra il 330 ed il 350. 


Cosa incuriosisce cosi tanto ?
Forse l'apparente contraddizione : una scena di nascita su un sarcofago che è il contenitore di un defunto, ben più legato alla morte che alla vita. Ma è proprio in questo contrasto che sta probabilmente il più grande messaggio che gli scultori hanno voluto lasciare ai posteri : evidenziare la nascita di Colui che ha vinto anche la morte e che la morte per un cristiano non è altro che la nascita a nuova ed eterna vita.
Ma oltre i significati religiosi vi è la colossale importanza del soggetto stesso della natività che in Storia dell'Arte si era sempre fatto iniziare intorno al 1290/91 definendo come primo scultore di presepe Arnolfo di Cambio. Ma evidentemente gli storici non avevano ancora avuto modo di vedere la Natività di Boville Ernica. (Su Arnolfo di Cambio, tornerò a breve con altro articolo poichè anche lui, o meglio alcune sue opere, hanno avuto attinenza con la nostra cittadina). 
Arnolfo, su richiesta del Papa Niccolò V, ispirati da S. Francesco che nel 1223 , nel borgo di Greccio in provincia di Rieti, diede vita ad una sorta di primo presepe vivente, realizzò le sculture che sono ora in parte conservate nella chiesa di S. Maria Maggiore di Roma. Per secoli e fino alla scoperta del sarcofago di Boville Ernica, si è creduto erroneamente che il primo presepe della storia in scultura fosse quello di Arnolfo quando invece, il presepe del sarcofago di Boville Ernica è stato realizzato quasi mille anni prima di quello di Arnolfo.

presepe di Arnolfo di Cambio, 1290 circa
(ormai incompleto)


Ma c'è un ulteriore importantissimo aspetto che ha fatto e fa ancora discutere molto, un aspetto che coinvolge molte tematiche.
Nel 2012 venne pubblicato un libro, "L'infanzia di Gesù"(3, in cui veniva negata l'effettiva presenza del bue e dell'asinello nel presepe poichè nessuno dei 4 vangeli canonici li nomina. Nel libro del 2012 veniva affermato che i due quadrupedi sarebbero stati aggiunti per errore nel vangelo apocrifo, quindi non riconosciuto, dello pseudo Matteo che però sarebbe vissuto nell VIII o IX secolo, ben lontano dall evento della nascita di Cristo e quindi dagli avvenimenti del Natale.
Ma a "difesa" della presenza del bue e l'asinello nella Natività, il 23 dicembre dello stesso 2012 un illustre docente di Archeologia dell'Università di Roma III, scrisse un articolo pubblicato su "L'OSSERVATORE ROMANO" in cui, a dimostrazione che il bue e l'asinello erano presenti accanto a Gesù Bambino già nelle rappresentazioni di epoca paleocristiana, portò ad esempio tra vari reperti archeologici, anche e soprattutto la natività del sarcofago di Boville Ernica : "...nella foto qui sopra c'è la più antica raffigurazione che si abbia dei due animali accanto al bambino Gesù nella mangiatoia. Con dietro di essi un pastore, più a sinistra i magi e a destra, sotto la stella, Maria e la levatrice. La raffigurazione è in un bassorilievo di un sarcofago del IV secolo, conservato nella chiesa del monastero delle benedettine di Boville Ernica, nella diocesi di Frosinone". (L'OSSERVATORE ROMANO, 23 dicembre 2012).

Spero davvero che tutti si rendano conto, anche a Boville Ernica, dell'enorme importanza del sarcofago e che non appena possibile tutti vadano a vederlo da vicino, per osservarne anche i dettagli, per conoscere ma anche per poter prendere consapevolezza di quanti importanti capolavori la storia della nostra città conserva e poterne così essere orgogliosi conoscitori, divulgatori e difensori.

05.01.2021
Paola D'Arpino

- Si ringrazia per la collaborazione ed il reperimento dei documenti Alvaro Giuseppe Piacentini, ex presidente della Pro Loco di Boville Ernica



Note :

(1) Elisa Canetri, "Il sarcofago paleocristiano di Boville Ernica"

(2) Teodoro Brescia, "Il segno del messia", Nexus Edizioni, 2012 
      Teodoro Brescia  "La stella dei Magi ed il sarcofago decifrato", Nexus Edizioni, 2014

(3Joseph Ratzingher, "L'infanzia di Gesù", Rizzoli 2012