sabato 15 febbraio 2020

Le tre sinistre

Tre. Il numero perfetto. Come i Magi, come le Marie dei famosi panettoni meneghini, tre come quel terzo incomodo che caratterizza certe relazioni ormai al crepuscolo.

Tre, come i gruppi che fanno riferimento al Pd o comunque alla sinistra all'interno del consiglio comunale di Boville. Certo, la sinistra nostrana è ormai al crepuscolo, stabilmente minoranza politica ad ogni tornata elettorale eppure continua a farla da padrone sui banchi del consiglio comunale. 
Il sindaco Enzo Perciballi, il vice sindaco Benvenuto Fabrizi, il capogruppo di Boville Bene Comune Memmo Di Cosimo e quello di Insieme per Crescere, Renato Genovesi : tutti con il cuore a sinistra, con la matita pronta a barrare il simbolo di un Pd ormai prossimo alla liquefazione. 

Dicevamo, il crepuscolo. Il tramonto di quelle stagioni della politica che hanno in un primo momento le sembianze di un tramonto, in questo caso di un tramonto dove il rosso spento si perde in note ambrate, poi nell'arancio e nel giallo tipico dei girasoli della Provenza. 

Ed è esattamente questo quello che è successo a Boville in questi anni. Frantumata in tanti pezzi come succede con quei cristalli di buona fattura, la sinistra baucana ha continuato ad esprimere la classe dirigente seppur sotto le mentite spoglie di liste civiche ora consolidate ed ora improvvisate. 

L'esperimento è iniziato con Piero Fabrizi, una dozzina di anni or sono. Tutti insieme appassionatamente con l'obiettivo dichiarato, allora, di mandare a casa Michele Rotondi. Due anni di tempo e quella squadra messa insieme con lo scotch ha iniziato a mostrare i primi segni di cedimento, figli delle tante, troppe anime che ne facevano parte. Un canovaccio, questo, che puntualmente si è ripetuto nei lustri a seguire.

Non frequentano più la sezione, spesso non hanno nemmeno la tessera di partito in tasca. Eppure sono tutti lì, hanno legittimato l'uno le candidature dell'altro, sempre pronti ad obbedire agli ordini di scuderia ogni volta che vengono chiamati in causa. E pazienza se quasi sempre si tratta di dover correre per gli altri, spesso accontentandosi di portare a casa quasi sempre le briciole, qualche volta destinate ad opere pubbliche completamente inutili come la passerella del Renarone oppure il bocciodromo, diventato ormai una cattedrale nel deserto di Montorli, con l'acqua che ormai allaga la pista e senza più nessuno che ci vada a giocare. Tutte cose che dovrebbero interessare l'opposizione, forse.

Un anno e mezzo fa, in occasione della campagna elettorale per le politiche, erano tutti sotto le stesso tendone di un bar lungo la Rotabile ad ascoltare il comizio del satrapo del Pd, il ripano Francesco De Angelis. Tutti insieme appassionatamente, evitando di farsi immortalare dallo stesso obiettivo nonostante continuassero a cercarsi con gli occhi, una marcatura ad uomo che avrebbe fatto rabbrividire perfino il buon Claudio Gentile.

Spesso il crepuscolo è una di quelle cose a cui non fai neppure troppo caso, poi un giorno ti accorgi di quella terra di nessuno dove qualcosa sta finendo e qualcos’altro che non è ancora incominciato assomiglia un po’ troppo al futuro. È una promessa di metamorfosi, di cui non sai la fine. 

Boville, da quindici anni ormai, non è più un paese di sinistra. L'unica ad averlo capito sembra essere Marta Diana.

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