domenica 26 novembre 2017

Le dimissioni di Angelo Reali, la Brexit e Maria la Sanguinaria

Se in Inghilterra, il giorno della morte di Maria la Sanguinaria è stato festeggiato per due secoli come festa nazionale, a Boville la permanenza di un vice sindaco per cinque anni sarà onorata con lo stesso entusiasmo. Le analogie tra l'emotiva regina ed i nostri amministratori potrebbero fermarsi qui: d'altronde lei era figlia di Enrico VIII mentre i nostri eroi, con rispetto parlando, dichiarano ascendenze ben più modeste.Enzo Perciballi, Egidio Capogna, Memmo Di Cosimo, Anthony Astolfi, Angelo Reali. No, non è l’elenco di tutti gli allenatori che ha cambiato Massimo Moratti in diciotto anni all’Inter. È l’elenco dei vice sindaco di Piero. Ben cinque in nove anni. Ed il mandato che scade a primavera. Dovendo sostituire il dimissionario Angelo Reali, il traguardo della mezza dozzina appare decisamente alla portata.

Intanto alla finestra iniziano ad affacciarsi i pretendenti allo scranno più alto di Palazzo Simoncelli; lavorano tutti sottotraccia per la paura di sbagliare la più piccola mossa. Enzo Perciballi è alla finestra, combattuto ed allo stesso tempo divertito dall’idea di confermare in blocco la squadra che lo ha accompagnato nell’ultima tornata oppure “pescare” nel mazzo pedine più collaudate, Michele Rotondi che spera ancora di dispiegare le vele nel tentativo di agganciare il vento di bonaccia che spira sul centrodestra, l’architetto Memmo Di Cosimo che sta componendo il dodici di partenza pescando tra i suoi fedelissimi, l’avvocato Rodolfo Luffarelli che spariglia le carte e converge su alcuni posizioni del movimento di Beppe Grillo. Nel frattempo, si sta muovendo anche un gruppo di giovani, i millennials o la generazione Erasmus fate voi, che punta sulle idee e sui programmi ed Alberto Paglia riceve telefonate da Roma, pardon da Bruxelles sede del Parlamento Europeo, con una certa insistenza. Alla rosa dei possibili pretendenti bisogna aggiungere Orlando Cervoni, candidato in pectore della sinistra nostrana. Tanti nomi e poche idee, la minestra è sempre la stessa.I Borbone napoletani sostenevano che il popolo dovesse essere governato con le tre effe, feste, farina e forca. Reazionari e privi di fantasia, non immaginavano che, nel progredito evo postmoderno, i detentori del potere potessero direttamente guadagnare sulla fedeltà dei sudditi, felici di vedere il politico di turno o presunto tale rendere omaggio al funerale di un familiare, fingere di interessarsi per il ricovero in ospedale oppure riservare un attenzione particolare per una certa pratica da presentare all’ufficio tecnico.Viviamo tempi strani. Votare, perlomeno a livello nazionale, significa consegnare il portafogli per ostentare, ancora, la parvenza di buoni cittadini di quella piccola borghesia che ormai non esiste più, fiaccata dalle tasse, dai contratti atipici, da salari in continua discesa. Gli inglesi, un popolo a cui non manca certo l'ironia, intitolarono alla loro regina un ottimo cocktail a base di succo di pomodoro, il Bloody Mary. 

“Populus vult decipi, ergo decipiatur “ .. il popolo vuole essere ingannato, dunque, che sia ingannato. 

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