sabato 18 agosto 2018

Piero e Memmo, sliding doors

Una bottiglia di prosecco, lo sguardo diffidente spezzato solo da timidi sorrisi, una stretta di mano quasi a sotterrare l’ascia di guerra. La guardia però resta alta.

Per anni, Piero e Memmo sono stati come due cuori ed una capanna. Prima della rottura politica, le crepe in un amicizia, forse anche interessata ma rinforzata dalla passione per la buona tavola e consolidata negli anni.
Si sono stretti la mano, Piero e Memmo. Niente di ufficiale ma è significativo che l’incontro, tutt’altro che fortuito, si è tenuto in un noto locale della zona di Santa Liberata. Uno scambio di battute con un paio esponenti della politica baucana che nel Pd hanno il loro peso, l’analisi del voto, un imprenditore che andava per la maggiore fino a qualche anno fa pronto a sottolineare che la sconfitta di entrambi è figlia delle divisioni oltre che della capacità di leggere il quadro politico dell’attuale inquilino di Palazzo Simoncelli, Enzo Perciballi.

Tra i due non è scoppiata la pace, non ancora. Piero, da sindaco uscente, ha deciso di misurarsi con gli elettori nel momento forse più basso della sua popolarità, Memmo è andato alla conta provando ad intercettare il dissenso che si era venuto a creare nell’ultimo lustro intorno alla squadra di Fabrizi. Uno spazio politico conteso palmo a palmo ma poi occupato con sagacia da Perciballi.

Entrambi, in questo momento, non hanno più i numeri per garantirsi un’elezione tanto più che il mazzo delle carte sembra in mano ad Enzo Perciballi. Dovrà passare la mano quando serve, il sindaco. E liberarsi della zavorra che ha deciso di imbarcare prima e dopo la campagna elettorale.

La sconfitta brucia. E nonostante il clima conviviale, soprattutto dopo il secondo giro di prosecco, qualcuno giura che entrambi sono determinati a ricambiare ad Enzo la “cortesia”. Marta Diana permettendo, naturalmente.

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