sabato 5 aprile 2008

Progresso Sociale : scende in campo Roberto Berardi


Uno dei temi più importanti che dovrà affrontare la prossima amministrazione cittadina che andrà ad insediarsi a Palazzo Simoncelli è senza dubbio il rilancio della cooperativa Progresso Sociale. Una missione quasi impossibile quella di riesumare dalle ceneri una realtà produttiva tra le piu importanti del Lazio che nel giro di un paio d'anni ha visto i propri cancelli rimanere chiusi per troppo tempo. Radio Boville quindi ripropone questo argomento, già dibattuto sulla stampa locale, con l'intento di far luce sulla vicenda : a raccontarci la sua versione infatti è stato Roberto Berardi, che della cooperativa è stato a lungo presidente. Berardi non nasconde una punta di amarezza e di rammarico per una realtà che ha gestito per tanti anni e punta il dito contro l'eccessiva strumentalizzazione della vicenda da parte del sindaco Michele Rotondi.
“I problemi all'interno della cooperativa sono iniziati nel 2004 quando furono estromessi, non avendo diritto, alcuni consiglieri che facevano parte del direttivo - ci racconta Berardi - successivamente ci fu un ricorso da parte loro che non fu accolto ma la palla fu raccolta al balzo dal sindaco Michele Rotondi che sponsorizzo una raccolta delle firme adducendo la tesi che la Progresso Sociale varcava sull'orlo del fallimento”.
Il risultato fu il commissariamento da parte del Ministero delle Attività Produttive che, in seguito alle centoventi firme raccolte, nomino quale commissario il dott. Carmelo Verdiglione.
“Esattamente, ma non bisogna dimenticare che fu proprio Rotondi ad interessarsi dell'intera vicenda : comunque, il decreto fu firmato dall'allora sottosegretario Galati dell'Udc, guarda caso lo stesso partito di Rotondi, che con decreto del ventiquattro marzo del 2005 decise per il commissariamento. E la Progresso Sociale fu affidata proprio a Verdiglione, un commissario proveniente da Reggio Calabria : curiosa coincidenza poi è il fatto che anche l'On. Galati fosse di quelle parti”.
Evidentemente dal ministero avevano preferito scegliere una persona di fiducia che però non aveva alcun legame con il territorio e non conosceva la storia della Progresso Sociale.
“Mah, per quanto mi riguarda credo che la gestione, da allora non abbia più prodotto buoni risultati”.
Beh, però anche negli anni precedenti non è che il bilancio fosse cosi florido, si diceva che la Progresso Sociale avesse accumulato debiti e fosse sull'orlo del baratro.
“No, su questo punto occorre fare chiarezza. La Progresso Sociale aveva debiti e crediti come qualsiasi altra società che opera nel mercato : solo che a differenza di quello che dicevano questi signori, i crediti che vantava erano superiori all'indebitamento e quindi il saldo finanziario era positivo perchè è risultato che alcuni dei nostri fornitori, all'epoca sono stati regolarmente pagati”.
Quindi non era vera questa storia dei debiti? Pare che non fosse stato pagato nemmeno l'impianto dell'olio ad una ditta di Perugia che poi, qualche tempo dopo, ha mandato i camion a Boville per portarsi via alcuni macchinari.
“Allora, precisiamo due cose : la prima che, come ho detto, la situazione finanziaria della Progresso Sociale era positiva e nel conto non erano stati inseriti nemmeno tutti i beni in inventario che avevano un valore, da una stima approssimativa, di circa trecentomila euro. Beni successivamente ceduti quando è cambiata la gestione senza che fosse consegnata una copia dell'elenco al sottoscritto che fino ad allora, nella coop, aveva ricoperto l'incarico di presidente!
Quanto ai macchinari invece, l'impianto era tra i migliori in Italia ed era stato regolarmente pagato tanto che conservo ancora una copia della liberatoria da parte della ditta che ce li ha forniti : per la cronaca, l'ammodernamento ci era costato la bellezza di un miliardo delle vecchie lire in parte finanziati dalle casse della Progresso Sociale, in parte dai fondi dell'Unione Europea”
E allora, perchè la stessa ditta, a qualche anno di distanza, ha mandato i propri camion a caricare dei macchinari?
“Alcuni macchinari dell'impianto li avevamo presi soltanto in prestito, in caso di necessità ma quando sono venuti a caricarli, hanno anche sbagliato a portarli via visto che dovevano riprendere uno difettoso mentre si sono riportati un macchinario perfettamente funzionante”.
Con il risultato di aver di fatto danneggiato l'impianto della Progresso Sociale che è rimasta chiusa per due anni dopo trenta anni di storia.
“Infatti : il risultato di tutto questo questo è proprio che dopo tanti anni una grande risorsa per il nostro territorio che creava valore ed economia per Boville ha chiuso i cancelli”.
Però l'anno successivo i cancelli hanno riaperto e la molitura delle olive si è fatta ugualmente.
“Si ma con personale che non è affatto qualificato per fare quel tipo di lavoro tanto che gli impianti hanno subito alcuni danni per cui occorrerà intervenire per ripararli”.
Ed anche qui, probabilmente, sarà necessario un intervento di decine di migliaia di euro. Quale sarà il futuro della Progresso Sociale allora? Il comune voleva rilevarne la proprietà.
“Beh, non posso immaginare il futuro della cooperativa quale sarà. C'è stata un interrogazione parlamentare dell'On. Lumia per fare chiarezza su queste cose, è arrivato un nuovo commissario, il dott. Capoccetta di Frosinone che ha chiuso una transazione con un debitore per centomila euro, somma che il sindaco Rotondi, almeno stando a quanto dichiarato pubblicamente in occasione della festa dell'Unità a Casavitola disse di non aver trovato. Sempre dal comune poi volevano rilevare la proprietà dello stabile per una cifra praticamente irrisoria ma il punto però è un altro e cioè che nel giro di un paio d'anni è stata distrutta una realtà capace di portare in alto nome della città : il vino dell'Angelo che produceva la Progresso Sociale infatti era stato benedetto da un delegato di Papa Giovanni Paolo II e scelto ufficialmente da casa Savoia in occasione dei festeggiamenti per il centenario di re Umberto”. Una vicenda, quella della Progresso Sociale, che speriamo si concluda nel migliore dei modi restituendo al paese un piccolo gioiello della sua storia recente.

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