mercoledì 19 marzo 2014

Tornare all'agricoltura oppure cercare fortuna all'estero? Il dilemma dei giovani ciociari

Terre ai giovani, Ciociaria terra di agricoltori. Ebbene si, mentre il mondo della politica continua a godersi i propri stipendi faraonici alla Regione Lazio sembrano finalmente aver trovato l'illuminazione per risolvere il problema dell'occupazione giovanile che si è drammaticamente abbattuto nel territorio laziale in seguito allo scoppio della bolla dei subprime americani. In sostanza, per la provincia di Frosinone, si tratta di tornare a zappare la terra. Finita l'epoca del boom industriale, finita la Cassa del Mezzogiorno, fuggite all'estero le fabbriche, si torna all'antico. La Regione Lazio ha messo a punto un bando ad hoc, attivo dal 5 marzo e finalizzato ad assegnare 320 ettari di terreni di patrimonio Arsial a giovani agricoltori. I terreni saranno concessi in affitto per 15 anni, con la possibilità di un rinnovo per altri 15, privilegiando giovani imprenditori agricoli di età compresa tra i 18 e i 39 anni, anche se l’iniziativa sarà aperto a tutti gli imprenditori e agricoltori diretti residenti nei Comuni del Lazio. L’obiettivo è quello di sostenere la nascita di nuove imprese, incrementando l’occupazione giovanile in particolare, difendendo, tutelando e valorizzando il patrimonio ambientale. Un patrimonio comune, l'ambiente, devastato nella nostra provincia proprio da molte di quelle fabbriche che si sono insediate qui negli anni settanta quando grazie alla Cassa del Mezzogiorno il frusinate ha conosciuto un era di forte espansione industriale. Un epoca questa che è poco di un lontano ricordo, fatto di cassa integrazione per tanti lavoratori e di capannoni ormai abbandonati; centri industriali come Anagni, Ferentino, Ceccano, Patrica e la stessa città capoluogo, Frosinone appunto, assomigliano sempre di più, fatte le debite proporzioni, alla “rust belt” americana, la cosiddetta “cintura di ruggine” che si estende dal nord al sud degli Stati Uniti e che comprende cittadine un tempo fiore all'occhiello dell'industria a stelle e strisce come Buffalo, Detroit, Chicago, Milwaukee e Cleveland. Nell'era del Dragone, della Cina fabbrica del mondo, la Ciociaria sembra aver smarrito la propria vocazione industriale; non resta che tornare all'antico, alla terra appunto, valorizzando le potenzialità di un territorio che ha una straordinaria varietà sotto il profilo delle produzioni enogastronomiche. Tornare all'antico quindi, alla terra. Trascorre le giornate nei campi, volgere lo sguardo alla luna per ammirare si la sua bellezza ma anche per capire se e come potrà influenzare i nostri raccolti. Sempre che una stella lassù non guidi qualcuno di noi lontano da questa terra, a cercare fortuna lontano dal nostro territorio. Del resto, esempi di ciociari che hanno fatto fortuna all'estero non mancano; da sir Charles Forte a Jack Vettriano fino al canadese Carlo Baldassarra a capo della Greenpark, la più grande impresa di costruzioni edili del Canada. Del resto, i sogni, come il mai realizzato aeroporto di Frosinone, non volano più.

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