mercoledì 10 maggio 2017
La successione di Piero, i Cinque Stelle e la Balena Bianca
Nonostante le dimissioni di Anthony Astolfi, scomparso dai radar della politica, in pole position rimane sempre la maggioranza di Piero Fabrizi o comunque ciò che resta rispetto alla composizione iniziale. Certo, il sindaco dopo aver completato i due mandati non potrà più concorrere alla carica di primo cittadino e questo potrebbe condizionare il cammino futuro della sua squadra che vede in Angelo Fabrizi ed Angelo Reali i possibili successori,Non è chiaro cosa farà Piero; boatos che rimbalzano da Frosinone lo vogliono candidato alla Regione e chissà che il nostro sindaco, approfittando di un consenso personale che va oltre Boville non decida di giocarsi la partita. Quello che è certo però è che Piero, comunque vada, non farà mancare il sostegno alla sua squadra. La calma apparente nella maggioranza comunque è figlia di una sorte di "pace armata" siglata dopo le dimissioni di Astolfi : Piero dovrà scegliere la carta dal mazzo molto presto.
Dalle dinamiche interne alla maggioranza dipenderà molto di quello che faranno le opposizioni. Rispetto alla scorsa campagna elettorale, Angelo Di Rienzo ed il dottor Giuseppe Di Cosimo non saranno quasi certamente della partita. Sta scaldando i motori Enzo Perciballi che forte dell'esperienza della scorsa tornata elettorale avrà sicuramente lavorato per rinforzare la squadra che lo sosterrà tra pochi mesi; sulla stessa lunghezza d'onda anche Memmo Di Cosimo che dopo due anni e mezzo di amministrazione a fianco di Piero Fabrizi è chiamato a confermare il buon risultato ottenuto quattro anni or sono. Nella variegata geografia politica del centrodestra si sta muovendo a fari spenti anche l'ex sindaco Michele Rotondi che dopo due sconfitte consecutive potrebbe decidere di riprovare nuovamente la scalata all'ufficio all'ultimo piano del palazzo comunale. Rispetto al 2003 però, l'anno che lo ha visto trionfare, non spira più quel vento di centrodestra e di quella squadra non è rimasto quasi più nessuno. Difficile infine che si componga la lista di un movimento che invece ha il vento in poppa, quello dei Cinque Stelle. l'entusiasmo iniziale con cui era stato accolto in paese il movimento di Grillo è andato lentamente scemando. Possibili sorprese potrebbero essere una lista formata completamente da giovani, di fatto ai margini delle decisioni che hanno segnato la vita politica cittadina mentre qualche ben informato al centro storico parla di un possibile ritorno in campo di Alberto Paglia come figura capace di raccogliere un consenso ampio in varie zone del territorio comunale, soprattutto tra l'elettorato moderato.
Insomma, se sono rose, fioriranno. Finora, i grandi assenti sono le idee ed i programmi; nella speranza, forse, che il nostro paese saprà scegliere il candidato migliore a prescindere dai giochini della politica.
lunedì 27 febbraio 2017
"La morte di una persona è sempre una sconfitta, per tutti". Monsignor Vincenzo Paglia interviene sul caso Fabo
domenica 19 febbraio 2017
Bernie Sanders, la sinistra baucana e l'Ottocento
giovedì 16 febbraio 2017
Chiude la vecchia Banca della Ciociaria, fine di una storia
giovedì 9 febbraio 2017
The Donald, la torre ed il colpo di testa di Pelè
Gli americani vogliono costruire il muro con il Messico, due anni fa Piero ed i suoi volevano comprare la torre.
Settanta mila euro, centodieci con gli interessi; tanto sarebbe costata la torre della discordia al popolo di Boville mentre, a sentire The Donald, il muro che farà da confine insieme al Rio Grande lo pagheranno i messicani.
Tra nostalgia ed una montagna di sensi di colpa, insomma, sembra che l'amministrazione comunale abbia archiviato l'idea di rilevare la torre.
Peccato perché avremmo potuto usare l'avamposto per gli avvistamenti delle truppe dei Borboni che muovono verso l'amata terra di Bauco. E allora la storia che avremmo potuto raccontare sarebbe stata una mezza truffa, un cocktail sbagliato, un Cuba Libre con troppa cola e troppo poco rum.
Comunque sia, i baucani in America hanno votato in maggioranza per Trump. Sarà per l'affinità con l'immobiliarista del Queens, sarà per il desiderio ancestrale di costruire muri, sempre e comunque. Si sa, sono gente pratica i baucani.
Per i nostri concittadini al di là dell'Atlantico del resto il Messico significa tre cose : immigrati illegali, una bandiera molto simile a quella dell'Italia e la finalissima persa a Città del Messico nel 1970 con Rivera in campo sei minuti, l'Italia contro il Brasile, Valcareggi in panchina e Pelè che sale sulla luna.
E così, mentre i baucani d'America si chiedono se The Donald riuscirà o meno a mantenere gli impegni assunti, i baucani della madrepatria si chiedono quali promesse gli faranno gli aspiranti candidati ad indossare la fascia tricolore oggi saldamente sulle spalle di Piero.
A Boville fortunatamente, non ci servono muri e nemmeno torri. Forse non abbiamo bisogno nemmeno di rivoluzioni.
I cubani ben presto si accorsero che la rivoluzione era una beffa e che Fidel non era diverso da Batista. Basterebbe, semplicemente, non votare più i politici chiacchieroni. Quelli che negli ultimi venti anni non hanno fatto altro che costruire opere inutili e messo continuamente le mani in tasca ai cittadini.
L’arte di sopravvivere in difesa non passa per forza dalle clientele.
lunedì 23 gennaio 2017
Trump, la diaspora socialista e la corsa al dopo Piero
venerdì 18 novembre 2016
La catena, il lucchetto ed il Montorli
Avevamo la squadra, anzi due squadre, la Bovillense ed il Boville e non avevamo un campo. E cosi, dopo l'umiliazione di doverlo chiedere in prestito agli "odiati" cugini di Monte San Giovanni Campano un gruppo di imprenditori in rampa di lancio e di giovani di buone speranze decisero di costruirselo, un campo sportivo. Sul punto più alto di una delle colline più belle, con un panorama mozzafiato e tanto spazio intorno per costruire tribuna, spogliatoi e parcheggi. Pietro Fabrizi, Umberto Mizzoni, Antonio Guglielmi, il direttore didattico Di Mario, Salvatore Botticelli con i suoi mezzi di movimento terra, giovani ed anziani : tutti misero a modo loro una pietra, un granello di sabbia al Montorli.
Erano lungimiranti quegli uomini che avevano visto con i loro occhi, da bambini, la povertà e qualcuno anche la guerra. Un campo sportivo dove fare sport, divertirsi ed andare a tifare ma anche un pochino sognare la domenica, magari con un orecchio alla radiolina per sentire le ultime della serie A. Si giocava tutti di domenica, tutti alla stessa ora, non c'erano anticipi e posticipi, molti non avevano ancora la televisione, figurarsi il satellite. L'Inter era stata da poco ceduta a Fraizzoli da Moratti padre e Berlusconi non era che un minuscolo imprenditore della periferia milanese.
I tempi cambiano, i sogni sono duri a morire.
Stamattina però il sogno di quegli uomini è stato scalfito ma non la loro memoria. Così. dopo aver messo i lucchetti al campo di San Lucio, dopo aver chiuso anche la palestra e fatto fuggire la pallavolo oggi è stato il turno del Montorli.
Politica, ripicche stupide, piccoli uomini a confronto di "giganti" che hanno costruito invece che distrutto e lasciato macerie.
Ci toccherà andare a giocare ancora a Monte San Giovanni? No, il Montorli riaprirà presto. Regalerà ancora emozioni e piccoli sogni. E sarà ancora più bello.
Il sogno di quei ragazzi di allora è più forte di tutto e di tutti. Anche di Piero e dei suoi burocrati.
venerdì 28 ottobre 2016
Centriglio, terra di suggestioni e tori perplessi
E, a proposito di corna, mancano poche ore e potremmo chiedere a Bill Centriglio, per tutti Memmo, le ragioni del tradimento tra lui e Piero. Primo eletto nella lista di Piero Fabrizi, un tempo erano uno l'ombra dell'altro; capitava di incontrarli spesso, insieme.
Quasi un anno fa la rottura e dopo essersi rifugiato per mesi nel politichese tra poche ore Memmo scenderà nell'arena.
Il discorso, le domande del pubblico, la carta stampata, gli amici sostenitori e le spie inviate dagli avversari.
E lui, uomo cresciuto a Centriglio, da sempre terra di tori, vestirà gli abiti del matador. Si, come le corride in Spagna.