venerdì 1 marzo 2024

Studente investito lungo la provinciale all’altezza di Casavitola, necessario l’intervento dell’ambulanza


 È stato necessario l’intervento dei sanitari del 118 per prestare soccorso ad uno studente investito da un’auto lungo la provinciale che conduce da Sant’Angelo in Villa a Strangolagalli, in località Casavitola. L’incidente è avvenuto poco più di un’ora fa, intorno alle 13,50, al rientro da scuola. Sul posto anche una volante della Polizia Stradale, giunta sul posto per accertare e vagliare le dinamiche dell’accaduto. Le condizioni di salute dello studente non sembrano destare particolari preoccupazioni anche se saranno necessari gli accertamenti medici del caso. 

mercoledì 28 febbraio 2024

Terremoto in maggioranza, Luana Zili rinuncia alle deleghe per il cimitero e l'organizzazione degli eventi

«Questa mattina ho riconsegnato ufficialmente al sindaco Enzo Perciballi alcune delle deleghe che mi erano state assegnate con suo decreto del 27 maggio 2023». "Cimitero", "cura degli eventi istituzionali e cerimoniali". Queste le deleghe a cui ha rinunciato Luana Ziliconsigliere di maggioranza del comune di Boville Ernica.

Nella nota spiega brevemente anche il motivo che l'ha portata a prendere questa decisione. «Giungo a questa decisione in quanto non ho avuto la facoltà di operare liberamente nell'ambito delle stesse per cui, di fatto, non le ho mai esercitate». Zili conferma comunque il suo impegno come consigliere comunale «per portare avanti le restanti deleghe attribuitemi: piccole attività commerciali, arredo urbano, piazze luoghi di aggregazione, gemellaggi».

martedì 27 febbraio 2024

Manita della Lnd Lazio sul Toronto Sc nel match disputato al Montorli



Vittoria in scioltezza per la Rappresentativa della Lnd Lazio che nella seconda giornata del Caput Mundi ha la meglio sul Toronto SC con il risultato di cinque reti a zero. Sul tappeto sintetico del Montorli, tirato a lucido dopo i lavori di reatyling, la formazione del ct Marco Ippoliti riscatta quindi l'esordio amaro di ieri ma resta comunque alle spalle degli inglesi che vincono di misura contro i greci del Pellas.

A griffare il successo sono stati le reti di Federici, Funari, Tataranni e Gentilforti mentre al quarto d’ora del primo tempo Jubinville, nel tentativo di liberare l’area, si è reso involontario protagonista di un autogol.

Appuntamento a giovedì quando si giocherà l'ultima gara contro i greci del Pellas.

Di seguito il tabellino della gara.

TORONTO Nelles, Hewitt (22'stKanellopoulos), Jubinville, Sharda (29'st Sharda), Crocco, Bedrossian, Ssetongo, Abraham (19'st Lemor), Iannello (9'st Leider), Zhao, Goh PANCHINA Cheran, Sealy, Stevenson, Chogolzadeg ALLENATORE Brindisi

LND LAZIO Coticoni, Borrazzo (11'st Lombardo), Capelli (11'st Grisley), Crivellini (30'st Milone), De Angelis (11'st Russo), Di Giosia, Federici, Funari (11'st Crielesi), Novelli (11'st Ciavarelli), Serpente, Tataranni. (22'st Gentilforti) PANCHINA Patrizi, Di Lelio ALLENATORE Ippoliti

MARCATORI Federici 3'pt, Jubinville 15'pt aut., Funari 40'pt, Tataranni 20'st rig. Gentilforti 29'st

NOTE Rigore parato al 17'st da Nelles (R) a Tataranni (L) Espulsi Jubenville (T)  Angoli 1-7 Rec. 0'pt-2'st

lunedì 26 febbraio 2024

Via al “Roma Caput Mundi”. A Boville Ernica di scena il match tra la Lnd Lazio e l'Sc Toronto

Al via nella giornata di oggi la 17.ma edizione del torneo di calcio giovanile “Roma Caput Mundi”, riservato alla categoria under 18. Otto le squadre partecipanti, suddivide in due gironi da quattro squadre ciascuno. Le vincenti si affronteranno nella gara di finale, in programma venerdì primo marzo.

Due le squadre canadesi che quest’anno prendo parte al torneo, entrambe provenienti da Toronto, in Ontario. La novità è rappresentata dalla squadra danese del Lyngby, uno dei club più antichi del paese scandinavo. Altre due le squadre di lingua anglosassone, che sono le squadre nazionali dei Colleges inglesi e delle Scuole inglesi. A completare il lotto delle partecipanti, la Grecia (insieme al Lazio la squadra tradizionalmente più presente) e San Marino, che dopo il ritorno dello scorso anno ha confermato la partecipazione.

Tanti giovani, provenienti anche dall'estero, calcheranno i campi di calcio della Ciociaria, da Anagni ad Arce passando per Boville Ernica, Artena, Ceprano, Paliano e Isola del Liri. 
La gara in programma a Boville Ernica è quella che si disputerà domani, martedi 27 febbraio alle 14,30, tra la rappresentativa della Lnd Lazio ed i ragazzi dell'Sc Toronto. Il Montorli, che si è appena rifatto il look, torna ad ospitare grandi eventi.

domenica 25 febbraio 2024

Autovelox sulla Sora Ferentino, nelle casse del comune di Veroli 1,8 milioni di euro l'anno

Con un milione ed ottocentomila euro il comune di Veroli fa la parte del leone in Ciociaria. In un Paese, l’Italia, dove troppo spesso si fa cassa a spese degli automobilisti, gli enti locali incassano sempre di più. A rivelarlo è il sistema telematico del ministero dell’Economia, il Siope, che stima in 1,55 miliardi di euro l’ammontare complessivo delle sanzioni incassate dai comuni. E in Ciociaria, ormai da qualche anno, il municipio di Veroli batte tutti portando a casa ben 1,8 milioni di euro dalle sanzioni comminate a chi guida. Se confrontiamo infatti il dato della cittadina dei Fasti con la vicina Frosinone, vediamo che per ogni euro incassato dalla città capoluogo di provincia, Veroli ne porta a casa addirittura tre.

E mentre la media italiana indica una crescita delle sanzioni di circa il sei per cento, a Veroli l’incremento è stato addirittura del sessantatré per cento. In termini puramente statistici sarebbe un record ma se guardiamo agli anni precedenti ci accorgiamo che siamo ancora lontani rispetto al 2019, anno in cui nelle
casse del municipio di piazza Mazzoli sono arrivati ben due milioni e duecentomila euro. Naturalmente, il contributo che arriva dall’autovelox posizionato sulla superstrada Sora-Ferentino è fondamentale per raggiungere queste cifre che fanno invidia alla stragrande maggioranza dei comuni italiani. Ora, se da un lato le casse comunali godono di buona salute anche grazie ai robusti incassi per le violazioni del Codice della Strada, la rabbia degli automobilisti tassati e vessati è tanta. Non mancano le proteste dei cittadini, molti anche verolani, che puntano il dito contro il comune “che si preoccupa parecchio di incassare i proventi delle multe – ci racconta un cittadino – e bada alla sicurezza stradale molto meno di quanto si possa credere.

sabato 24 febbraio 2024

Conguagli Saf, Boville dovrà pagare 188 mila euro

Quattordici milioni di euro. È questa la cifra che la Saf, al secolo Società Ambiente Frosinone, chiede ai comuni ciociari a titolo di conguaglio per il costo di smaltimento dei rifiuti conferiti nell’impianto di Colfelice dal 2019 al 2022.

Dovranno pagare i comuni. E le varie amministrazioni comunali si rifanno sui cittadini, sulle famiglie e le imprese del territorio che vedranno aumentare la tariffa Tari. Ovviamente, si procederà ad una rateizzazione degli importi con i sindaci che, nella doppia veste di azionisti e clienti, faranno pressione in questa direzione. Spalleggiati dalla Regione Lazio. 

Bisogna tenere conto poi che rispetto ai numeri presi in esame mancano ancora i dati relativi agli 2023 e 2024, altri costi che finiranno, in un modo o nell’altro, sulle spalle dei cittadini.

Quanto dovranno pagare i cittadini di Boville Ernica? 188 mila euro. E questo ulteriore costo applicato in maniera retroattiva debbono ringraziare anche tutti quei sindaci che, nella migliore delle ipotesi, disertano le assemblee e nella peggiore bandano più agli interessi dei partiti che a quelli dei loro cittadini. Che tutti i mesi, ovviamente, gli pagano lo stipendio. 

"Fosse Ardeatine: cinque italiani per nessun tedesco" in scena al teatro comunale di Veroli

Il 24 marzo del 1944 si compie a Roma una delle rappresaglie naziste più terribili: l’eccidio delle Fosse Ardeatine. Trecentotrentacinque uomini vengono trucidati a seguito dell’attentato che il giorno prima, a Via Rasella, aveva ucciso trentatré soldati tedeschi. Avrebbero dovuto essere dieci italiani per ogni tedesco ucciso, ma le SS sbagliarono il conteggio, e nella fretta ne giustiziarono cinque in più; per questo motivo, Kappler ed altri responsabili furono condannati alla fine del conflitto.

Questa è la cornice storica dello spettacolo di domenica 25 Febbraio, alle ore 18:00, presso il Teatro comunale Veroli: “Fosse Ardeatine: cinque italiani per nessun tedesco”, scritto e diretto da Roberto Bencivenga e presentato dall’Associazione culturale teatrale “Il Palcoscenico”.

Un racconto ricco di pathos, che ripercorre la storia di don Pietro Pappagallo, del Colonnello Giuseppe Cordero Lanza di Montezemolo, del partigiano Nicola Stame,

e di due giovani ebrei: il pugile Lazzaro Anticoli ed il quindicenne Michele Di Veroli, cinque delle vittime di quel giorno (quei cinque in più?).

Attraverso i ricordi di una testimone dell’eccidio, verranno descritti gli avvenimenti di quei terribili giorni vissuti da tutti i romani prima della Liberazione.

Una proposta di importante stampo storico, dunque, nel variegato calendario del teatro ciociaro, e che vedrà i seguenti interpreti: Francesco LadiMauro ToscanelliCarmine ParaggioLuca De FeliceRoberto Leocata e Claudia Fasciani.

mercoledì 19 aprile 2023

Il sistema bancario a riserva frazionaria dai Medici ad oggi

 Di Gianpiero Fabrizi





Nel caos bancario dei giorni nostri sono in tanti a guardare indietro nel tempo, a più di 600 anni fa, alla storia della Banca Medici, una delle banche più potenti del suo tempo, che, con i suoi quattrocento anni di attività, diventó una delle banche più rispettate in Europa.

Tra i primi ad adottare il sistema bancario a riserva frazionaria, una pratica di cui i clienti della Banca Medici non erano a conoscenza e che alla fine portò al sostanziale fallimento dell'istituzione finanziaria stessa. I Medici modernizzarono più di ogni altra famiglia il concetto di banca commerciale, tratteggiando le caratteristiche che gli istituti di credito assumono ai giorni nostri. 

mercoledì 8 marzo 2023

Boville Ernica : IL MISTERO delle SCULTURE di ARNOLFO DI CAMBIO SCOMPARSE all'inizio del XX secolo

di Paola D'Arpino

Che fine hanno fatto le  sculture del più grande  architetto e scultore del 1300, Arnolfo di Cambio, che si trovavano a Boville Ernica ?


Il giallo delle  statuette scomparse da Boville Ernica è una delle vicende meno discusse e più fumose della nostra storia relativamente recente.


La loro presenza a Boville Ernica fu rilevata e documentata dal noto e scrupoloso storico di Veroli, Camillo Scaccia Scarafoni, e trascritta tra il 1921 ed il 1922 nel vol. 15 dei Bollettini d'Arte. Scaccia Scarafoni rinvenne a Boville Ernica  nella cappellina del palazzo Simoncelli,  tre statuine che in origine dovevano essere sette e facenti parte del famoso monumento funebre di papa Bonifacio VIII che fino al 1605 era collocato nella controfacciata della antica basilica di S. Pietro di Roma.


   Fig. 1 -  Immagine tratta da "Reliquie Artistiche del Mausoleo di Bonifacio VIII rinvenute a Boville Ernica, ora nel Museo di palazzo Venezia" Scaccia Scarafoni Camillo"  - In:  "Bollettino d'arte" vol. 15 (1921/22) p 567-573  

martedì 5 gennaio 2021

LA NATIVITA' e L'EPIFANIA del sarcofago di BOVILLE ERNICA

Sempre più spesso citati su Tv, libri e giornali.



 
Quando negli anni quaranta del secolo scorso, a Boville Ernica in zona Sasso,  degli agricoltori trovarono nel terreno in cui stavano arando quella grande pietra lavorata, certo non immaginavano neanche lontanamente che, quello che poi si sarebbe rivelato essere un sarcofago, da li a pochi decenni, sarebbe stato studiato anche all'estero  e posto a confronto con pochissimi e rarissimi altri reperti archeologici analoghi, che avrebbe praticamente modificato alcuni postulati della storia dell'arte e dell'arte paleocristiana, e che sarebbe stato citato anche da eminenti accademici su giornali vaticani. Nel 2003 fu pubblicato il primo vero studio dettagliato frutto di una tesi di Laurea(1). Otto anni fa un ricercatore(2)  esperto di simbologia sacra ed archeoastronomia ha pubblicato due libri che parlano soprattutto del sarcofago di Boville Ernica. Perfino la Rai ed altre Tv si sono scomodate negli ultimi anni per venire a fare servizi e riprese sul nostro sarcofago, nel 2016 il programma di Rai2 Voyager, ed anche il Tg3 Lazio pochi giorni fa (in basso, al termine della pagina i due video). Neanche ci si sarebbe aspettati che il sarcofago di Boville presentasse delle caratteristiche uniche rispetto ai pochi frammenti simili oltre al fatto straordinario che, mentre gli analoghi reperti sono tutti frammentari, solo coperchi, solo fronti, o assemblaggi di pezzi di diversa origine, il nostro sarcofago è intatto, completo, con tutta la decorazione dei bassorilievi integri cosi come sono stati concepiti e realizzati nel IV secolo, per la precisione a Roma tra il 330 ed il 350. 


Cosa incuriosisce cosi tanto ?
Forse l'apparente contraddizione : una scena di nascita su un sarcofago che è il contenitore di un defunto, ben più legato alla morte che alla vita. Ma è proprio in questo contrasto che sta probabilmente il più grande messaggio che gli scultori hanno voluto lasciare ai posteri : evidenziare la nascita di Colui che ha vinto anche la morte e che la morte per un cristiano non è altro che la nascita a nuova ed eterna vita.
Ma oltre i significati religiosi vi è la colossale importanza del soggetto stesso della natività che in Storia dell'Arte si era sempre fatto iniziare intorno al 1290/91 definendo come primo scultore di presepe Arnolfo di Cambio. Ma evidentemente gli storici non avevano ancora avuto modo di vedere la Natività di Boville Ernica. (Su Arnolfo di Cambio, tornerò a breve con altro articolo poichè anche lui, o meglio alcune sue opere, hanno avuto attinenza con la nostra cittadina). 
Arnolfo, su richiesta del Papa Niccolò V, ispirati da S. Francesco che nel 1223 , nel borgo di Greccio in provincia di Rieti, diede vita ad una sorta di primo presepe vivente, realizzò le sculture che sono ora in parte conservate nella chiesa di S. Maria Maggiore di Roma. Per secoli e fino alla scoperta del sarcofago di Boville Ernica, si è creduto erroneamente che il primo presepe della storia in scultura fosse quello di Arnolfo quando invece, il presepe del sarcofago di Boville Ernica è stato realizzato quasi mille anni prima di quello di Arnolfo.

presepe di Arnolfo di Cambio, 1290 circa
(ormai incompleto)


Ma c'è un ulteriore importantissimo aspetto che ha fatto e fa ancora discutere molto, un aspetto che coinvolge molte tematiche.
Nel 2012 venne pubblicato un libro, "L'infanzia di Gesù"(3, in cui veniva negata l'effettiva presenza del bue e dell'asinello nel presepe poichè nessuno dei 4 vangeli canonici li nomina. Nel libro del 2012 veniva affermato che i due quadrupedi sarebbero stati aggiunti per errore nel vangelo apocrifo, quindi non riconosciuto, dello pseudo Matteo che però sarebbe vissuto nell VIII o IX secolo, ben lontano dall evento della nascita di Cristo e quindi dagli avvenimenti del Natale.
Ma a "difesa" della presenza del bue e l'asinello nella Natività, il 23 dicembre dello stesso 2012 un illustre docente di Archeologia dell'Università di Roma III, scrisse un articolo pubblicato su "L'OSSERVATORE ROMANO" in cui, a dimostrazione che il bue e l'asinello erano presenti accanto a Gesù Bambino già nelle rappresentazioni di epoca paleocristiana, portò ad esempio tra vari reperti archeologici, anche e soprattutto la natività del sarcofago di Boville Ernica : "...nella foto qui sopra c'è la più antica raffigurazione che si abbia dei due animali accanto al bambino Gesù nella mangiatoia. Con dietro di essi un pastore, più a sinistra i magi e a destra, sotto la stella, Maria e la levatrice. La raffigurazione è in un bassorilievo di un sarcofago del IV secolo, conservato nella chiesa del monastero delle benedettine di Boville Ernica, nella diocesi di Frosinone". (L'OSSERVATORE ROMANO, 23 dicembre 2012).

Spero davvero che tutti si rendano conto, anche a Boville Ernica, dell'enorme importanza del sarcofago e che non appena possibile tutti vadano a vederlo da vicino, per osservarne anche i dettagli, per conoscere ma anche per poter prendere consapevolezza di quanti importanti capolavori la storia della nostra città conserva e poterne così essere orgogliosi conoscitori, divulgatori e difensori.

05.01.2021
Paola D'Arpino

- Si ringrazia per la collaborazione ed il reperimento dei documenti Alvaro Giuseppe Piacentini, ex presidente della Pro Loco di Boville Ernica



Note :

(1) Elisa Canetri, "Il sarcofago paleocristiano di Boville Ernica"

(2) Teodoro Brescia, "Il segno del messia", Nexus Edizioni, 2012 
      Teodoro Brescia  "La stella dei Magi ed il sarcofago decifrato", Nexus Edizioni, 2014

(3Joseph Ratzingher, "L'infanzia di Gesù", Rizzoli 2012






lunedì 17 agosto 2020

“Le nuove linee guida della Ru486 gettano tutto il peso sulle spalle della donna”. Monsignor Vincenzo Paglia fa il punto sulle nuove direttive riguardo l’aborto

Ha seguito il dibattito sulle nuove linee guida per la somministrazione della pillola abortiva, letto gli interventi di fautori e critici, ha riflettuto e si è confrontato. E infine ha messo mano, ieri, a una nota come presidente della Pontificia Accademia per la Vita nella quale denuncia il «più forte confinamento nella sfera privata di un gesto di grande rilevanza emotiva, sociale e morale» come l’interruzione di gravidanza e chiede di «non rinunciare alla ricerca di modalità e strumenti più adeguati per un progetto condiviso» sulla donna e la vita. Anche monsignor Vincenzo Paglia scende in campo su un nodo delicato quanto cruciale come le modalità con cui si abortisce – oggi, e ancor più domani – nel nostro Paese.

Cos’ha pensato dell’annuncio di nuove linee guida sulla Ru486 e del dibattito di questi giorni?
Mi sono detto che una volta ancora tutto il peso di una decisone comunque difficile e fisicamente dolorosa viene gettato sulle spalle delle donne, meglio, di quella singola donna. Viene lasciata sola da una procedura "farmacologica" che incide fortemente nel suo corpo e nel suo animo. Sappiamo che si tratta di un dramma terribile per le donne, per un evento spesso più subìto che scelto. La misericordia evangelica ci dice che la prossimità alle donne non può essere allentata.

Ma i fautori delle nuove regole sostengono che è proprio alla loro salute che si è pensato introducendole...
Mi sembra che con queste linee guida si renda ancora più "privata" e "solitaria" la scelta di abortire. Questo è il vero tema. Più volte ho parlato del dramma della nostra epoca come «il crollo del Noi». Qui il «Noi» continua a crollare. E la società che dovrebbe sostenere i suoi figli li lascia soli. Per questo si deve sottolineare che nelle linee guida si disattende la 194 proprio nella parte in cui valorizzava la prevenzione e il sostegno alle donne, per ridurre – e magari azzerare – il ricorso all’interruzione di gravidanza.

L’aborto con la procedura dei due farmaci – abortivo ed espulsivo – alla fine sortisce il medesimo effetto di quello chirurgico. Cosa differenzia allora il giudizio su questi due percorsi?
Gli strumenti farmacologici lo rendono un percorso "più pulito"? Non credo, al massimo lo sottraggono alle relazioni. Lo rendono privo di rischi? Mi sembra che spostare in avanti i termini, dalla settima alla nona settimana, possa comportare un aumento di rischi e di stress per la donna, come implicitamente si riconosce quando si suggerisce come criterio di esclusione ansia e bassa soglia del dolore. Il giudizio sull’aborto, come sia, è sempre negativo. E senza equivoci. 

Cosa segnala la scelta dello spostamento progressivo fuori dagli ospedali della pratica abortiva?
Consentire che l’aborto possa avvenire tra le mura domestiche significa allontanarlo ulteriormente – con tutti i problemi dei quali questa decisione si carica – dalla trama delle relazioni sociali e dalla sfera della responsabilità comune, che la legge 194 chiama invece direttamente in causa. Certo, gli ospedali non sono necessariamente il luogo migliore per perseguire l’obiettivo di accompagnamento e sostegno. Ma proprio per questo occorre non rinunciare alla ricerca di modalità e strumenti più adeguati per un progetto condiviso: accompagnamento e sostegno alla vita nascente e alle famiglie. 

È sempre più diffusa l’idea che l’aborto sia un "diritto", lo affermano con convinzione non pochi intellettuali e politici. Cosa ne pensa?
Chi ne fa un discutibile "diritto" vuole nascondere che l’aborto è sempre un dramma con quattro vittime: la donna, l’uomo che l’ha messa incinta, il figlio che non nasce, la società intera che si dimostra incapace di prevenire. Il declino di una efficace azione dei consultori familiari evidenzia questo disimpegno, che tende in realtà a far gravare in modo sempre più pesante sulle spalle della sola donna l’onere di un gesto che lascia un segno profondo nella sua biografia. 

La legge 194 è rimasta largamente inapplicata nella sua prima parte, quella della prevenzione. Cosa andrebbe fatto per ridurre il numero di aborti nel nostro Paese, in modo ancor più sensibile di quanto accade ora per via della diminuzione di donne in età fertile e dell’impressionante aumento dell’uso di pillole del giorno dopo e dei cinque giorni dopo?
Vedo che stiamo perdendo una consapevolezza: i figli sono il nostro futuro, come famiglie e come Paese. C’è un legame tra aborti (oltre 76mila nel 2018) e l’attuale inverno demografico? Sono convinto di sì. Serve – e con urgenza – uno scatto di consapevolezza sociale e culturale. La Chiesa sostiene e protegge la vita, sempre: non è una scelta ideologica, è una scelta a favore del futuro. Oggi più che mai, in particolare in Occidente, si pone la domanda su come favorire l’accoglienza e l’apertura alla vita e alla sua novità. Per questo occorre divenire più disponibili a lasciarsi sorprendere e scomodare rispetto alle nostre posizioni acquisite.

La 194 resta una legge alla quale si debbono oltre 6 milioni di aborti dal 1978 a oggi, ma è la realtà con cui dobbiamo tutti fare i conti. A quale impegno sono chiamati i cattolici oggi su questo fronte?
Compito della Chiesa è certo predicare la dottrina ma anche praticare l’amore, la vicinanza, l’aiuto, la misericordia, perché una decisione abortiva è sempre un dramma. E – ripeto – si condanna il peccato, non il peccatore. Dobbiamo comunque accompagnare coloro che vivono situazioni drammatiche perché sperimentino una prossimità calda e fattiva. 

Colpisce del dibattito di questi giorni il tono liquidatorio e non di rado sprezzante col quale sono state trattate le documentate critiche alla logica e alla prassi delle linee guida. Come si possono recuperare parole comuni e idee condivise perché l’impegno a favore delle donne e della vita non diventi sempre oggetto di immancabili contrapposizioni?
Dobbiamo lavorare tutti per un’idea di civiltà condivisa. Parliamo dell’impegno perché alla donna (e alla coppia) sia dato tutto il sostegno possibile per prevenire l’aborto, superando quelle condizioni di disagio, anche economico, che portano all’interruzione della gravidanza. La vita è un bene prezioso: non va eliminata se davvero vogliamo rendere "civili" le nostre società.

Qual è la parola che la Chiesa rivolge alle donne e alla società oggi sull’aborto alla luce degli argomenti emersi una volta ancora nel confronto sull’aborto chimico?
La Chiesa condanna l’aborto, non la donna che ricorre a questa pratica. È misericordiosa, è presente, aiuta e accoglie tutte le sue figlie e i suoi figli, anche quelli che soffrono e che sbagliano. Invito i politici, gli amministratori, i miei confratelli vescovi, i sacerdoti, a unirci per una grande battaglia di civiltà: creare le condizioni affinché scompaia presto questa piaga e ci sia una società capace di accogliere e far crescere tutti, dai bambini agli anziani. Dirò di più: il "dopo" Covid 19 – se possiamo parlare di "dopo – ce lo impone. Oggi è l’Assunta: Maria viene assunta in cielo. Perché non contempliamo, in questo giorno, il Signore che "assume con sé" tutte le donne, soprattutto quelle che sono sole, lasciate con il loro dramma? Gli uomini le abbandonano a loro stesse. Dio le prende tra le braccia perché conoscano il suo amore.

venerdì 7 agosto 2020

Il Boville, l'approdo in serie D e le punizioni di Sandro Di Duca : Gianni Milani si racconta

Tornerò. Come il conte di Montecristo. Qualche anno lontano dal prato verde e poi il ritorno tanto atteso, come nel celebre romanzo di Alexandre Dumas. Gianni Milani, per tanti versi, è stato l’uomo dei sogni. Ed è tornato ; il blu granata è quasi una seconda pelle per lui, una passione che ha avuto il suo apice nella conquista dello storico traguardo della Serie D al termine di una cavalcata sconsigliata ai deboli di cuore.

Era la stagione 2007/2008 ed il Boville partiva con i favori del pronostico in un campionato, l’Eccellenza di allora, che vedeva ai nastri di partenza corazzate come il Gaeta, il Formia ed il Latina. Milani era da poco tornato al timone di quel Boville che aveva lasciato cinque anni prima, dopo il triplice fischio della finalissima di Coppa Italia che garantiva agli ernici il salto in Promozione.

“Vinceremo, vinceremo” ripeteva Gianni Milani ai dirigenti ed agli amici che guardavano sconsolati la classifica prima della sosta natalizia : meno nove punti dalla prima. E fu lì, in quelle settimane, che la squadra prese forma. Giusto il tempo di presentarsi sul mercato alla sua maniera, il tempo di aggiungere altre perle ad una collana ricca di zaffiri. Giacco, Gatti e Mancone acquistati in un solo giorno, il sorpasso al Gaeta, l’assalto all’autobus dei ciociari in quel di Latina. E poi lo spareggio con il Formia e la doppia sfida con il Cittá di Castello con Giacco che regalava al Boville il pass per la finalissima a tempo ormai scaduto. E fu sempre il bomber di Mola di Bari a graffiare e griffare quella domenica pomeriggio al Matusa, avversario l’Aprila, in una gara spettacolare conclusa in otto dai ragazzi di Gianni. Che qualche anno ha scelto un profilo più basso, quasi un understatement in salsa britannica .

Radio Boville è andata a trovarlo come si va trovare un vecchio compagno di banco negli anni del liceo : la cordialità è sempre la stessa, l’album dei ricordi pieno di fotografie, l’emotività e l’emozione, come nei romanzi di Dumas, sono un prologo che è sempre sinonimo di futuro.

Dodici anni lontano da una delle tue grandi passioni, il calcio.
“Devo dire che un pochino sento la mancanza. Mi piaceva l’idea di di una comunità in festa o meglio, all’epoca era un popolo in festa, potremmo quasi definirlo uno show. Si, mi manca, non posso dire il contrario”.

La società del Boville per anni è stata un modello in tutto il centro Italia arrivando a disputare un campionato nazionale. Dopo questo periodo d’oro, la società è sparita e la città è tornata a vivere una dimensione più “provinciale”. Sensazioni a riguardo ??
“In quegli anni a Boville abbiamo toccato il calcio che conta. E probabilmente il paese non era pronto per quel palcoscenico ; se ora siamo tornati in una dimensione provinciale è perché la comunità di Boville Ernica non ha capito che occorreva comunque proteggere quel grande patrimonio sportivo. E con questo, non voglio sminuire il lavoro che è stato fatto negli ultimi anni ma, semplicemente, è andata così”.

Marco Pasquini, Sandro Di Duca, Manolo Ripa ed Enzo Giacco fino all’ex stella del Bari Hugo Ennynaya. Gianni Milani, nel mondo del calcio, è sempre stato sinonimo di grandi colpi. Quella è stata la trattativa più difficile e quale l’acquisto più azzeccato ??
“Pasquini, Di Duca, Manolo Ripa e Giacco erano certamente tra i migliori nel periodo in cui hanno vestito la maglia del Boville. Parlare dei singoli è sempre un po’ riduttivo per uno sport di squadra ma tutti sanno che ho sempre avuto un affetto particolare per Sandro Di Duca. Un talento straordinario, in lui ho visto il gioco del calcio”.

Nell’anno della conquista della serie D il Boville fece parlare di se non solo per i risultati sportivi ma anche per la presenza di Giovanni Conversano che partecipava ad una trasmissione di Maria De Filippi. Come nacque l’idea di portarlo a Boville?
“L’ingaggio di Conversano è stata una mia idea. Sapevo in anticipo che sarebbe andato a finire nelle trasmissioni di Canale 5 è quella fu una vetrina importante non sono per il Boville calcio ma per tutto il paese. Per tanti aspetti fu un operazione un pochino complessa ma in un arco di tempo più lungo ha dato buoni risultati”.

Gianni Milani era conosciuto da tutti come un presidente vulcanico e con tante idee, croce e delizia degli allenatori. A quale di loro sei rimasto più legato?
“Bruno Mizzoni per la parte tecnica, per il modo in cui preparava anche a livello tattico le partite. Poi Francesco Fratarcangeli per la passione ed il coraggio, qualità che emergevano anche durante la settimana. Poi c’è stato Barbabella, l’allenatore della promozione in D, una scommessa vinta”.

Gioe e delusioni. Sfogliando l’album dei ricordi .. cosa troviamo ?
“In realtà, la gioia per la promozione in D fu accompagnata anche dalla delusione di ritrovarmi tanti amici contro dopo aver ottenuto questo risultato. Ad un certo punto, si aveva l’impressione che fossero tutti contro di me e quello fu uno dei motivi che mi spinse a lasciare”.

Fino a qualche anno fa il Montorli era un fiore all’occhiello per l’intera Ciociaria, oggi non è più così. Sulla scorta della tua esperienza .. qualche consiglio o suggerimento all’amministrazione comunale ?
“Montorli è ancora un fiore all occhiello per la nostra provincia. È un momento in cui mancano i capitani coraggiosi, quelli come me insomma”


Qualche anno fa, in tandem con Vincenzo Morabito, sei stato vicino al grande rientro in una grande piazza come Lecce. Per quali ragioni, poi, quella trattativa è saltata ?
“All‘epoca il presidente del Lecce era Tesoro. Mi fu prospettata questa opportunitá ma nel corso della trattativa ci accorgemmo che era difficile trattare con un uomo come lui ma semplicemente perché era troppo tifoso e ci teneva ta
ntissimo. E poi, è giusto anche che una squadra con la loro tradizione abbia alla guida uomini di quella terra”.


Negli ultimi anni, complice anche una situazione economica difficile, l’intero movimento del calcio in Ciociaria ha subito un brusco ridimensionamento. In compenso, il Frosinone si sta consolidando come una delle nuove realtà del calcio italiano.
“Il Frosinone ha al suo timone un uomo serio e competente come Stirpe. E poi c’è un popolo che ha entusiasmo, voglia di respirare grande calcio, passione. Mi piacerebbe vedere un pizzico di attenzione in più verso i giovani ma i dirigenti sono tutti dei professionisti capaci e sono convinto che valorizzare i nostri ragazzi sará un ulteriore passo in avanti per questa realtà”

C’è un momento in particolare, un
istantanea che fotografa gli anni in cui sei stato alla guida del Boville?

“Forse il viaggio di ritorno da Cittá di Castello. Era un paese, un popolo in festa. Bellissimo anche considerando la quantità di tifosi che ci seguiva”.

Restando sempre nell’ambito calcistico .. c’è un sogno del cassetto ?
“Si dice che i sogni aiutino a vivere meglio. Ed io ho giá sognato ad occhi aperti”.