giovedì 1 gennaio 2009

Piero Fabrizi, Tremonti ed il conto del cenone saldato con la Social Card


Siete tornati dall'abbuffata di Capodanno ed avete saldato il conto di aragoste, zampone e lenticchie con la Social Card di Tremonti? Vi siete tolti, allora, quel pizzico di soddisfazione tanto atteso di rimpinzarvi a spese dello Stato dopo anni in cui gli unici ad allargare i bottoni della cinta sono stati ministri, parlamentari, consiglieri delle Comunità Montane e Papponi di Stato? Perfetto, qua la mano ma se siete residenti a Boville c'è poco da stare allegri perchè ieri, proprio nell'ultimo giorno dell'anno, dal palazzo comunale sono partite decine di lettere che chiedevano il pagamento dell'Ici su terreni edificabili ed immobili in corso di costruzione relativi agli anni passati. Ultimo giorno dell'anno utile per fare cassa, i nostri amministratori, sotto l'albero ci hanno fatto trovare l'ennesimo aumento di tasse e tributi. Si sono presentati aumentando le tasse per la raccolta dell'immondizia, poi hanno infilato le mani in tasca aumentando anche l'addizionale comunale Irpef ed ora ci chiedono anche l'Ici in arretrato di un lustro per fare cassa. Tutto questo mentre Tremonti, consapevole più di altri della drammatica situazione economica che stiamo attraversando (Napolitano nel suo discorso di fine anno ha ripetuto almeno una dozzina di volte la parola crisi) ha abolito l'Ici sulla prima casa. Perfino il Papa ha chiesto con insistenza di rivedere il modello di sviluppo dominante nei paesi occidentali con particolare attenzione all'Italietta in cui si predica bene, si razzola male e si finisce ancora peggio. Questi sono arrivati da otto mesi, promettendo cambiamento e finanziamenti, per la precisione settecento miliarducci di vecchie lire : finora l'unica cosa che hanno saputo fare è mettere le mani in tasca ai cittadini. Le banche italiane, nella loro politica clientelare, restano tra le più solide del Vecchio Continente, la solvibilità del debito pubblico italiano, una cifra monstre che ci costringe a pagare ottanta miliardi di euro di soli interessi in un anno, non è cambiata nonostante la crisi. Ci sarebbe anche quell'idea geniale denominata Social Card, ma ne parleremo nei prossimi giorni. A Boville invece i servizi sono ancora peggiori di prima, le tasse sono aumentate e salendo le scale del palazzo comunale si capisce che a farla da padrone, come nell'era Mastrantoni, sono ancora i dipendenti. Giulio Tremonti voleva fare il ministro. Piero Fabrizi, invece, non voleva fare il sindaco. Trovate voi la differenza. Buon anno e buona fortuna!

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