Già ai suoi primi vagiti, questa campagna elettorale ci provoca moti di sconforto. Dopo le politiche e le regionali, arrivare alle comunali, a primavera inoltrata, sarà un impresa titanica.
A Boville, in questi giorni, sembra un po’ il casting del Grande Fratello Vip (dove è noto, i vip scarseggiano mentre abbondano parenti e affini di vip fino al decimo grado). La cosa sconsolante è che qui si tratterà di provare a mettere una pezza in una situazione politica e sociale molto difficile; l'amato paesello non è più l'isola felice che tutti credevamo, almeno fino a dieci anni fa. Le banche sono andate via, tante altre attività commerciali hanno chiuso dalla palestra alla macelleria, passando per alcuni storici bar. E' il segno dei tempi, il campanello d'allarme di una crisi, quella dell'edilizia, che si è aggravata con il passare degli anni. Per tutta risposta, l'amministrazione comunale ed il sindaco Piero Fabrizi hanno deciso di supportare il commercio aumentando le tariffe della raccolta dei rifiuti, come se famiglie e attività commerciali non pagassero abbastanza.
Da tempo ci lamentiamo della qualità della nostra classe dirigente, sulla base di un semplice assunto: un Paese prospera o decade in base alla qualità della classe dirigente di cui dispone. È un tema fondamentale, eppure i politici sembrano non occuparsene o, se lo fanno, i risultati sono disastrosi. Basta guardare le liste elettorali che spuntano come funghi : tutti vogliono concorrere ma nessuno ha realmente un idea.
Il Pd che a Boville è riuscito a passare indenne anche negli anni della rottamazione di Renzi è frammentato in almeno tre parti: se quella doveva essere la rivoluzione, abbiamo assistito ad un clamoros bluff. Altro che ricambio generazionale, all'ombra dell'Angelo di Giotto sono prevalsi i personalismi con i nostri rivoluzionari in vestaglia e pantofole che pensano, banalmente, solo alla presa del Palazzo d'Inverno di bolscevica memoria. E cosi, i democrat saranno con tutti e con nessuno, in attesa che da Frosinone, dopo le regionali ovviamente, qualcuno si prenda la briga di rimettere insieme i cocci. Memmo Di Cosimo ed Enzo Perciballi, entrambi candidati a sindaco, si sono già confrontati alle primarie di qualche anno fa ed il return match andrà in scena tra poche settimane; un duello rusticano dove Ivan Savone e Marcello Dalmazia, pezzi del Pd che sostengono Piero, assisteranno da spettatori.
Ovviamente, se Atene piange, Sparta non ride. La confusione regna sovrana nel Pd ma i Socialisti non se la passano meglio. La scelta del candidato sindaco nello schieramento di Piero non è affare semplice per nessuno; l'unico a non perderci il sonno però è proprio il primo cittadino che ha deciso di "contarsi" candidando alle regionali Gianna Perciballi, eroica presidente del comitato per il gemellaggio (non eletta da nessuno, alla faccia della democrazia). Il buon Piero sta facendo campagna elettorale vecchio stile, porta a porta, con santini e volantini. Da buon politico quale è sempre stato, Piero ha deciso di contarsi e soprattutto di contare le schede utili nelle sezioni di Casavitola e Scrima. Per questo la scelta del candidato sindaco è stata abilmente posticipata a dopo il voto di inizio marzo.
Sotto la cenere però ardono ancora i bollenti spiriti di Orlando Cervoni ed Angelo Fabrizi anche se le quotazioni del dottor Renato Genovesi (lui si, votato rappresentate del comitato per il gemellaggio ai tempi di Mastrantoni) sono in rapida ascesa e chissà che Angelo Reali non possa rientrare al fotofinish nella partita. Per il momento bocche cucite ed una cortina fumogena stanno facendo da scudo alla scelta del "capolista"; i Socialisti rinunceranno davvero al ruolo principe nello scacchiere del dopo Piero?
Spesso la politica si riduce alla gestione dei problemi del giorno per giorno, a fini di autoconservazione del sistema di potere e dei suoi equilibri. A Boville, addirittura, si naviga a vista. Per questo non serve grande cultura politica: anzi, meno ce n’è, meglio è. E dire che con Lino Diana ed Alfredo Verrelli abbiamo avuto sempre esempi fulgidi.