Due le squadre canadesi che quest’anno prendo parte al torneo, entrambe provenienti da Toronto, in Ontario. La novità è rappresentata dalla squadra danese del Lyngby, uno dei club più antichi del paese scandinavo. Altre due le squadre di lingua anglosassone, che sono le squadre nazionali dei Colleges inglesi e delle Scuole inglesi. A completare il lotto delle partecipanti, la Grecia (insieme al Lazio la squadra tradizionalmente più presente) e San Marino, che dopo il ritorno dello scorso anno ha confermato la partecipazione.
lunedì 26 febbraio 2024
Via al “Roma Caput Mundi”. A Boville Ernica di scena il match tra la Lnd Lazio e l'Sc Toronto
domenica 25 febbraio 2024
Autovelox sulla Sora Ferentino, nelle casse del comune di Veroli 1,8 milioni di euro l'anno
E mentre la media italiana indica una crescita delle sanzioni di circa il sei per cento, a Veroli l’incremento è stato addirittura del sessantatré per cento. In termini puramente statistici sarebbe un record ma se guardiamo agli anni precedenti ci accorgiamo che siamo ancora lontani rispetto al 2019, anno in cui nelle
casse del municipio di piazza Mazzoli sono arrivati ben due milioni e duecentomila euro. Naturalmente, il contributo che arriva dall’autovelox posizionato sulla superstrada Sora-Ferentino è fondamentale per raggiungere queste cifre che fanno invidia alla stragrande maggioranza dei comuni italiani. Ora, se da un lato le casse comunali godono di buona salute anche grazie ai robusti incassi per le violazioni del Codice della Strada, la rabbia degli automobilisti tassati e vessati è tanta. Non mancano le proteste dei cittadini, molti anche verolani, che puntano il dito contro il comune “che si preoccupa parecchio di incassare i proventi delle multe – ci racconta un cittadino – e bada alla sicurezza stradale molto meno di quanto si possa credere.
sabato 24 febbraio 2024
Conguagli Saf, Boville dovrà pagare 188 mila euro
Dovranno pagare i comuni. E le varie amministrazioni comunali si rifanno sui cittadini, sulle famiglie e le imprese del territorio che vedranno aumentare la tariffa Tari. Ovviamente, si procederà ad una rateizzazione degli importi con i sindaci che, nella doppia veste di azionisti e clienti, faranno pressione in questa direzione. Spalleggiati dalla Regione Lazio.
Bisogna tenere conto poi che rispetto ai numeri presi in esame mancano ancora i dati relativi agli 2023 e 2024, altri costi che finiranno, in un modo o nell’altro, sulle spalle dei cittadini.
Quanto dovranno pagare i cittadini di Boville Ernica? 188 mila euro. E questo ulteriore costo applicato in maniera retroattiva debbono ringraziare anche tutti quei sindaci che, nella migliore delle ipotesi, disertano le assemblee e nella peggiore bandano più agli interessi dei partiti che a quelli dei loro cittadini. Che tutti i mesi, ovviamente, gli pagano lo stipendio.
"Fosse Ardeatine: cinque italiani per nessun tedesco" in scena al teatro comunale di Veroli
Il 24 marzo del 1944 si compie a Roma una delle rappresaglie naziste più terribili: l’eccidio delle Fosse Ardeatine. Trecentotrentacinque uomini vengono trucidati a seguito dell’attentato che il giorno prima, a Via Rasella, aveva ucciso trentatré soldati tedeschi. Avrebbero dovuto essere dieci italiani per ogni tedesco ucciso, ma le SS sbagliarono il conteggio, e nella fretta ne giustiziarono cinque in più; per questo motivo, Kappler ed altri responsabili furono condannati alla fine del conflitto.
Questa è la cornice storica dello spettacolo di domenica 25 Febbraio, alle ore 18:00, presso il Teatro comunale Veroli: “Fosse Ardeatine: cinque italiani per nessun tedesco”, scritto e diretto da Roberto Bencivenga e presentato dall’Associazione culturale teatrale “Il Palcoscenico”.
Un racconto ricco di pathos, che ripercorre la storia di don Pietro Pappagallo, del Colonnello Giuseppe Cordero Lanza di Montezemolo, del partigiano Nicola Stame,
e di due giovani ebrei: il pugile Lazzaro Anticoli ed il quindicenne Michele Di Veroli, cinque delle vittime di quel giorno (quei cinque in più?).
Attraverso i ricordi di una testimone dell’eccidio, verranno descritti gli avvenimenti di quei terribili giorni vissuti da tutti i romani prima della Liberazione.
Una proposta di importante stampo storico, dunque, nel variegato calendario del teatro ciociaro, e che vedrà i seguenti interpreti: Francesco Ladi, Mauro Toscanelli, Carmine Paraggio, Luca De Felice, Roberto Leocata e Claudia Fasciani.
venerdì 23 febbraio 2024
mercoledì 19 aprile 2023
Il sistema bancario a riserva frazionaria dai Medici ad oggi
Di Gianpiero Fabrizi
Nel caos bancario dei giorni nostri sono in tanti a guardare indietro nel tempo, a più di 600 anni fa, alla storia della Banca Medici, una delle banche più potenti del suo tempo, che, con i suoi quattrocento anni di attività, diventó una delle banche più rispettate in Europa.
Tra i primi ad adottare il sistema bancario a riserva frazionaria, una pratica di cui i clienti della Banca Medici non erano a conoscenza e che alla fine portò al sostanziale fallimento dell'istituzione finanziaria stessa. I Medici modernizzarono più di ogni altra famiglia il concetto di banca commerciale, tratteggiando le caratteristiche che gli istituti di credito assumono ai giorni nostri.
mercoledì 8 marzo 2023
Boville Ernica : IL MISTERO delle SCULTURE di ARNOLFO DI CAMBIO SCOMPARSE all'inizio del XX secolo
Che fine hanno fatto le sculture del più grande architetto e scultore del 1300, Arnolfo di Cambio, che si trovavano a Boville Ernica ?
martedì 5 gennaio 2021
LA NATIVITA' e L'EPIFANIA del sarcofago di BOVILLE ERNICA
lunedì 17 agosto 2020
“Le nuove linee guida della Ru486 gettano tutto il peso sulle spalle della donna”. Monsignor Vincenzo Paglia fa il punto sulle nuove direttive riguardo l’aborto
Ha seguito il dibattito sulle nuove linee guida per la somministrazione della pillola abortiva, letto gli interventi di fautori e critici, ha riflettuto e si è confrontato. E infine ha messo mano, ieri, a una nota come presidente della Pontificia Accademia per la Vita nella quale denuncia il «più forte confinamento nella sfera privata di un gesto di grande rilevanza emotiva, sociale e morale» come l’interruzione di gravidanza e chiede di «non rinunciare alla ricerca di modalità e strumenti più adeguati per un progetto condiviso» sulla donna e la vita. Anche monsignor Vincenzo Paglia scende in campo su un nodo delicato quanto cruciale come le modalità con cui si abortisce – oggi, e ancor più domani – nel nostro Paese.
Cos’ha pensato dell’annuncio di nuove linee guida sulla Ru486 e del dibattito di questi giorni?
Mi sono detto che una volta ancora tutto il peso di una decisone comunque difficile e fisicamente dolorosa viene gettato sulle spalle delle donne, meglio, di quella singola donna. Viene lasciata sola da una procedura "farmacologica" che incide fortemente nel suo corpo e nel suo animo. Sappiamo che si tratta di un dramma terribile per le donne, per un evento spesso più subìto che scelto. La misericordia evangelica ci dice che la prossimità alle donne non può essere allentata.
Ma i fautori delle nuove regole sostengono che è proprio alla loro salute che si è pensato introducendole...
Mi sembra che con queste linee guida si renda ancora più "privata" e "solitaria" la scelta di abortire. Questo è il vero tema. Più volte ho parlato del dramma della nostra epoca come «il crollo del Noi». Qui il «Noi» continua a crollare. E la società che dovrebbe sostenere i suoi figli li lascia soli. Per questo si deve sottolineare che nelle linee guida si disattende la 194 proprio nella parte in cui valorizzava la prevenzione e il sostegno alle donne, per ridurre – e magari azzerare – il ricorso all’interruzione di gravidanza.
L’aborto con la procedura dei due farmaci – abortivo ed espulsivo – alla fine sortisce il medesimo effetto di quello chirurgico. Cosa differenzia allora il giudizio su questi due percorsi?
Gli strumenti farmacologici lo rendono un percorso "più pulito"? Non credo, al massimo lo sottraggono alle relazioni. Lo rendono privo di rischi? Mi sembra che spostare in avanti i termini, dalla settima alla nona settimana, possa comportare un aumento di rischi e di stress per la donna, come implicitamente si riconosce quando si suggerisce come criterio di esclusione ansia e bassa soglia del dolore. Il giudizio sull’aborto, come sia, è sempre negativo. E senza equivoci.
Cosa segnala la scelta dello spostamento progressivo fuori dagli ospedali della pratica abortiva?
Consentire che l’aborto possa avvenire tra le mura domestiche significa allontanarlo ulteriormente – con tutti i problemi dei quali questa decisione si carica – dalla trama delle relazioni sociali e dalla sfera della responsabilità comune, che la legge 194 chiama invece direttamente in causa. Certo, gli ospedali non sono necessariamente il luogo migliore per perseguire l’obiettivo di accompagnamento e sostegno. Ma proprio per questo occorre non rinunciare alla ricerca di modalità e strumenti più adeguati per un progetto condiviso: accompagnamento e sostegno alla vita nascente e alle famiglie.
È sempre più diffusa l’idea che l’aborto sia un "diritto", lo affermano con convinzione non pochi intellettuali e politici. Cosa ne pensa?
Chi ne fa un discutibile "diritto" vuole nascondere che l’aborto è sempre un dramma con quattro vittime: la donna, l’uomo che l’ha messa incinta, il figlio che non nasce, la società intera che si dimostra incapace di prevenire. Il declino di una efficace azione dei consultori familiari evidenzia questo disimpegno, che tende in realtà a far gravare in modo sempre più pesante sulle spalle della sola donna l’onere di un gesto che lascia un segno profondo nella sua biografia.
La legge 194 è rimasta largamente inapplicata nella sua prima parte, quella della prevenzione. Cosa andrebbe fatto per ridurre il numero di aborti nel nostro Paese, in modo ancor più sensibile di quanto accade ora per via della diminuzione di donne in età fertile e dell’impressionante aumento dell’uso di pillole del giorno dopo e dei cinque giorni dopo?
Vedo che stiamo perdendo una consapevolezza: i figli sono il nostro futuro, come famiglie e come Paese. C’è un legame tra aborti (oltre 76mila nel 2018) e l’attuale inverno demografico? Sono convinto di sì. Serve – e con urgenza – uno scatto di consapevolezza sociale e culturale. La Chiesa sostiene e protegge la vita, sempre: non è una scelta ideologica, è una scelta a favore del futuro. Oggi più che mai, in particolare in Occidente, si pone la domanda su come favorire l’accoglienza e l’apertura alla vita e alla sua novità. Per questo occorre divenire più disponibili a lasciarsi sorprendere e scomodare rispetto alle nostre posizioni acquisite.
La 194 resta una legge alla quale si debbono oltre 6 milioni di aborti dal 1978 a oggi, ma è la realtà con cui dobbiamo tutti fare i conti. A quale impegno sono chiamati i cattolici oggi su questo fronte?
Compito della Chiesa è certo predicare la dottrina ma anche praticare l’amore, la vicinanza, l’aiuto, la misericordia, perché una decisione abortiva è sempre un dramma. E – ripeto – si condanna il peccato, non il peccatore. Dobbiamo comunque accompagnare coloro che vivono situazioni drammatiche perché sperimentino una prossimità calda e fattiva.
Colpisce del dibattito di questi giorni il tono liquidatorio e non di rado sprezzante col quale sono state trattate le documentate critiche alla logica e alla prassi delle linee guida. Come si possono recuperare parole comuni e idee condivise perché l’impegno a favore delle donne e della vita non diventi sempre oggetto di immancabili contrapposizioni?
Dobbiamo lavorare tutti per un’idea di civiltà condivisa. Parliamo dell’impegno perché alla donna (e alla coppia) sia dato tutto il sostegno possibile per prevenire l’aborto, superando quelle condizioni di disagio, anche economico, che portano all’interruzione della gravidanza. La vita è un bene prezioso: non va eliminata se davvero vogliamo rendere "civili" le nostre società.
Qual è la parola che la Chiesa rivolge alle donne e alla società oggi sull’aborto alla luce degli argomenti emersi una volta ancora nel confronto sull’aborto chimico?
La Chiesa condanna l’aborto, non la donna che ricorre a questa pratica. È misericordiosa, è presente, aiuta e accoglie tutte le sue figlie e i suoi figli, anche quelli che soffrono e che sbagliano. Invito i politici, gli amministratori, i miei confratelli vescovi, i sacerdoti, a unirci per una grande battaglia di civiltà: creare le condizioni affinché scompaia presto questa piaga e ci sia una società capace di accogliere e far crescere tutti, dai bambini agli anziani. Dirò di più: il "dopo" Covid 19 – se possiamo parlare di "dopo – ce lo impone. Oggi è l’Assunta: Maria viene assunta in cielo. Perché non contempliamo, in questo giorno, il Signore che "assume con sé" tutte le donne, soprattutto quelle che sono sole, lasciate con il loro dramma? Gli uomini le abbandonano a loro stesse. Dio le prende tra le braccia perché conoscano il suo amore.
venerdì 7 agosto 2020
Il Boville, l'approdo in serie D e le punizioni di Sandro Di Duca : Gianni Milani si racconta
Tornerò. Come il conte di Montecristo. Qualche anno lontano dal prato verde e poi il ritorno tanto atteso, come nel celebre romanzo di Alexandre Dumas. Gianni Milani, per tanti versi, è stato l’uomo dei sogni. Ed è tornato ; il blu granata è quasi una seconda pelle per lui, una passione che ha avuto il suo apice nella conquista dello storico traguardo della Serie D al termine di una cavalcata sconsigliata ai deboli di cuore.
Era la stagione 2007/2008 ed il Boville partiva con i favori del pronostico in un campionato, l’Eccellenza di allora, che vedeva ai nastri di partenza corazzate come il Gaeta, il Formia ed il Latina. Milani era da poco tornato al timone di quel Boville che aveva lasciato cinque anni prima, dopo il triplice fischio della finalissima di Coppa Italia che garantiva agli ernici il salto in Promozione.
“Vinceremo, vinceremo” ripeteva Gianni Milani ai dirigenti ed agli amici che guardavano sconsolati la classifica prima della sosta natalizia : meno nove punti dalla prima. E fu lì, in quelle settimane, che la squadra prese forma. Giusto il tempo di presentarsi sul mercato alla sua maniera, il tempo di aggiungere altre perle ad una collana ricca di zaffiri. Giacco, Gatti e Mancone acquistati in un solo giorno, il sorpasso al Gaeta, l’assalto all’autobus dei ciociari in quel di Latina. E poi lo spareggio con il Formia e la doppia sfida con il Cittá di Castello con Giacco che regalava al Boville il pass per la finalissima a tempo ormai scaduto. E fu sempre il bomber di Mola di Bari a graffiare e griffare quella domenica pomeriggio al Matusa, avversario l’Aprila, in una gara spettacolare conclusa in otto dai ragazzi di Gianni. Che qualche anno ha scelto un profilo più basso, quasi un understatement in salsa britannica .
Radio Boville è andata a trovarlo come si va trovare un vecchio compagno di banco negli anni del liceo : la cordialità è sempre la stessa, l’album dei ricordi pieno di fotografie, l’emotività e l’emozione, come nei romanzi di Dumas, sono un prologo che è sempre sinonimo di futuro.
Dodici anni lontano da una delle tue grandi passioni, il calcio.
“Devo dire che un pochino sento la mancanza. Mi piaceva l’idea di di una comunità in festa o meglio, all’epoca era un popolo in festa, potremmo quasi definirlo uno show. Si, mi manca, non posso dire il contrario”.
La società del Boville per anni è stata un modello in tutto il centro Italia arrivando a disputare un campionato nazionale. Dopo questo periodo d’oro, la società è sparita e la città è tornata a vivere una dimensione più “provinciale”. Sensazioni a riguardo ??
“In quegli anni a Boville abbiamo toccato il calcio che conta. E probabilmente il paese non era pronto per quel palcoscenico ; se ora siamo tornati in una dimensione provinciale è perché la comunità di Boville Ernica non ha capito che occorreva comunque proteggere quel grande patrimonio sportivo. E con questo, non voglio sminuire il lavoro che è stato fatto negli ultimi anni ma, semplicemente, è andata così”.
Marco Pasquini, Sandro Di Duca, Manolo Ripa ed Enzo Giacco fino all’ex stella del Bari Hugo Ennynaya. Gianni Milani, nel mondo del calcio, è sempre stato sinonimo di grandi colpi. Quella è stata la trattativa più difficile e quale l’acquisto più azzeccato ??
“Pasquini, Di Duca, Manolo Ripa e Giacco erano certamente tra i migliori nel periodo in cui hanno vestito la maglia del Boville. Parlare dei singoli è sempre un po’ riduttivo per uno sport di squadra ma tutti sanno che ho sempre avuto un affetto particolare per Sandro Di Duca. Un talento straordinario, in lui ho visto il gioco del calcio”.
Nell’anno della conquista della serie D il Boville fece parlare di se non solo per i risultati sportivi ma anche per la presenza di Giovanni Conversano che partecipava ad una trasmissione di Maria De Filippi. Come nacque l’idea di portarlo a Boville?
“L’ingaggio di Conversano è stata una mia idea. Sapevo in anticipo che sarebbe andato a finire nelle trasmissioni di Canale 5 è quella fu una vetrina importante non sono per il Boville calcio ma per tutto il paese. Per tanti aspetti fu un operazione un pochino complessa ma in un arco di tempo più lungo ha dato buoni risultati”.
Gianni Milani era conosciuto da tutti come un presidente vulcanico e con tante idee, croce e delizia degli allenatori. A quale di loro sei rimasto più legato?
“Bruno Mizzoni per la parte tecnica, per il modo in cui preparava anche a livello tattico le partite. Poi Francesco Fratarcangeli per la passione ed il coraggio, qualità che emergevano anche durante la settimana. Poi c’è stato Barbabella, l’allenatore della promozione in D, una scommessa vinta”.
Gioe e delusioni. Sfogliando l’album dei ricordi .. cosa troviamo ?
“In realtà, la gioia per la promozione in D fu accompagnata anche dalla delusione di ritrovarmi tanti amici contro dopo aver ottenuto questo risultato. Ad un certo punto, si aveva l’impressione che fossero tutti contro di me e quello fu uno dei motivi che mi spinse a lasciare”.
Fino a qualche anno fa il Montorli era un fiore all’occhiello per l’intera Ciociaria, oggi non è più così. Sulla scorta della tua esperienza .. qualche consiglio o suggerimento all’amministrazione comunale ?
“Montorli è ancora un fiore all occhiello per la nostra provincia. È un momento in cui mancano i capitani coraggiosi, quelli come me insomma”
“All‘epoca il presidente del Lecce era Tesoro. Mi fu prospettata questa opportunitá ma nel corso della trattativa ci accorgemmo che era difficile trattare con un uomo come lui ma semplicemente perché era troppo tifoso e ci teneva tantissimo. E poi, è giusto anche che una squadra con la loro tradizione abbia alla guida uomini di quella terra”.
Negli ultimi anni, complice anche una situazione economica difficile, l’intero movimento del calcio in Ciociaria ha subito un brusco ridimensionamento. In compenso, il Frosinone si sta consolidando come una delle nuove realtà del calcio italiano.
“Il Frosinone ha al suo timone un uomo serio e competente come Stirpe. E poi c’è un popolo che ha entusiasmo, voglia di respirare grande calcio, passione. Mi piacerebbe vedere un pizzico di attenzione in più verso i giovani ma i dirigenti sono tutti dei professionisti capaci e sono convinto che valorizzare i nostri ragazzi sará un ulteriore passo in avanti per questa realtà”
C’è un momento in particolare, unistantanea che fotografa gli anni in cui sei stato alla guida del Boville?
“Forse il viaggio di ritorno da Cittá di Castello. Era un paese, un popolo in festa. Bellissimo anche considerando la quantità di tifosi che ci seguiva”.
Restando sempre nell’ambito calcistico .. c’è un sogno del cassetto ?
“Si dice che i sogni aiutino a vivere meglio. Ed io ho giá sognato ad occhi aperti”.
martedì 14 luglio 2020
martedì 26 maggio 2020
Il TAR da ragione a DHI, l’associazione di Harnwell rimane a Trisulti
La Dignitatis Humanae Institute rimane alla Certosa di Trisulti.
È questo quanto stabilito dalla sentenza emessa stamane, 26 maggio 2020, dal TAR di Latina. L’associazione cattolica, guidata da Benjamin Harnwell e sostenuta da gli altri da Steve Bannon, rimane a pieno titolo il custode della Certosa di Trisulti. Nella stessa sentenza inoltre il TAR ha condannato il Mibact al pagamento delle spese e competenze per un totale di sei mila euro ; ritenuti inammissibili gli interventi oppositivi, vale a dire delle associazioni locali che hanno tentato di intervenire ad opponendum nel procedimento a sostegno del Mibact.