martedì 11 marzo 2008

Paglia, Picarazzi e Salsiri vicini all'accordo con Mister Obama. Terza lista oppure accordo con il Pd?


Nessun candidato di Boville nelle liste per le politiche del quattordici di aprile. Ma questa non è novità. Semmai, l'ennesima dimostrazione peso politico della cittadina, prossima allo zero. La novità, sempre che di novità si possa parlare, è il ritorno sulla scena della politica locale di Paglia, Picarazzi e Salsiri. Ben inteso, i tre oppositori di Rotondi dalla politica locale non se ne erano mai andati. Ma con l'Alcalde Michele da una parte ed l'alleanza tra Piero Fabrizi ed il Pd dall'altra sembravano destinati a dover finire nel dimenticatoio. A rispolverare il trio però ci ha pensato Pietrino Venditti : l'Obama baucan version infatti, dopo aver saputo della scelta del medico di Santa Liberata ha sbattuto la porta ed è andato a cercare conforto nelle braccia di un gruppo di imprenditori del paese ma lo ha trovato in quelle di Paglia, Picarazzi e Salsiri che in evidente difficoltà nel tentativo di mettere su una lista hanno accolto Obama come il salvatore della patria. “We can”, noi possiamo; è stato questo il grido dell'Obama di Scrima mentre cullava l'idea di un alleanza con i tre ex consiglieri di Rotondi che non appena due anni fa avevano fatto faville (Paglia con Fi, Americo con l'Udc e Salsiri con An) per rivendicare la loro appartenenza al centrodestra. “We can” hanno ripetuto durante le loro riunioni. Noi possiamo. Fare una lista oppure fare l'accordo con Piero Fabrizi visto che il tempo a disposizione non è molto e le pecorelle che seguono si sono andate via via sparigliando? A pensarci bene, non importa poi molto. Di idee e programmi per Boville non ce ne sono poi molti ed il copyright, giusti o sbagliati che siano, li hanno a destra Michele Rotondi ed a sinistra Nicola Milani. Ma da Frosinone i poteri forti della politica ciociara che se la fanno sotto quando si tratta di portare in Ciociaria l'aeroporto, vogliono cosi. A destra ed a sinistra. E cosi sia.

4 commenti:

Pietrino Venditti ha detto...

Egregio Janpiero, non so che professione esercita ma se ne vede ampiamente la qualità nella gestione del Suo blog!
Se per caso volesse esercitare l'attività di pubblicista (leggasi iscrizione all'Albo dei pubblicisti giornalisti), si rilegga le norme di deontologia professionale che si impongono a costoro, onde evitare qualche problemino che Le si potrebbe creare quando si rivolte con eufemismi e paragoni non autorizzati.
Quanto al contenuto dell'articolo, oramai ampiamente sconfessato dai fatti, lo ritengo poco ortodosso nei confronti di chi, come me, ha sempre cercato di dare un'impronta precisa all'attività che svolge nella vita, ivi compresa l'attività politica.
Chi le scrive ha una laurea che applica costantemente in due lavori da 20 anni ed è riuscito a creare una piccolissima realtà che garantisce otto posti di lavoro, a chi ne è all'altezza !
Ho sempre praticato nei miei impegni di "uomo" un detto molto in uso nel Nostro Paesello tanti anni fa: << non fare agli altri quello che non vuoi che sia fatto a te stesso>>. Ma capisco e comprendo che le difficoltà della vita quotidiana, molto soventi superiori allo spessore degli uomini quotidiani, e le ragioni di bilancio giornaliero fanno intraprendere scorciatoie anche inimmaginabili ai Nostri avi. !
Se proprio ci tiene a comprendere qualche perché sulla mia esperienza politica di questi ultimi tempi(comunque bella ed appagante per le mie ambizioni), si legga l'articolo di Francesco Alberoni sul Corriere della Sera di oggi 17/03/2008. Poi ne potremmo riparlare.
Se ha difficoltà a reperirlo basta che me lo comunica anche al mio indirizzo di posta: pievend@tin.it.
Saluti ed Auguri.
Pietrino Venditti

maxdepa ha detto...

Le insinuazioni del messaggio originale erano comunque voce di popolo , Il fatto che lei abbia potuto respingerle mi sembra un fatto democratico , ma il tono delle sue puntualizzazioni e il mettere sul tavolo i suoi meriti scolastici ed imprenditoriali sono abbastanza da "baucano".Questi ragazzi che scrivono sul blog forse non hanno la sua laurea e la sua esperienza comunque tentano in modo un pò ironico di informare su vari argomenti e se gente come lei anche in seguito potesse dira la propria opinione senza mettersi su di un piedistallo sicuramente aiuterebbe questi poveri cristi a migliorarsi distinti saluti massimo

janpiero ha detto...

Carissimo Pietrino,

non capisco il senso della tua critica. scusami per la franchezza ma non credo di aver mai messo in dubbio le tue capacità professionali e tantomeno il fatto di aver creato nel corso del tempo una realtà importante a livello professionale. Al contrario tu (mi permetto di darti del tu spero non lo trovi in qualche maniera offensivo) lo hai fatto nei miei confronti ma è una critica che accetto con tranquillità anche perche Radio Boville è un blog e non una testata editoriale propriamente detta. Inoltre, con l'avvicinarsi della campagna elettorale ho pensato di dargli un tocco satirico (leggasi il paragone tra te ed Obama, il fotomontggio del gladiatore per Rotondi, Anna Iaboni paragonata ad Hillary ed il marito a Bill Clinton). Personalmente, credimi, non ci trovo niente di offensivo ne sotto il profilo politico che umano e professionale. Quanto al Corriere della Sera, se avessi le capacità e le competenze certo non scriverei, con tutto il rispetto, per Ciociaria Oggi. Bisogna dire poi che se la nostra realtà fosse degna del Corrierone da via Solferino se ne sarebbero gia accorti.. Magari un giorno ci arriverò, magari smetto di scrivere perchè forse mi arrendo al'evidenza. Però il blog che gestisco, ed è un piccolo merito, ha raggiunto le diecimila visite in cinque mesi e mezzo e questo lo considero un piccolo successo. Quanto alle necessità della vita quotidiana, Radio Boville non mi porta un centesimo in tasca ma è solo un modo per parlare su internet del nostro paese. Ed è per questo motivo, per esempio, che il tuo commento continuerà a far parte delle nostre pagine : non siamo il Corriere della Sera ma solo un piccolo blog.
Apprezzo comunque che mi hai detto con una certa franchezza quello che pensavi alla stessa maniera di quando, cinque mesi fa, mi hai fatto gli auguri per la nascita di Rb.

CIPCIOP ha detto...

Letto solamente ieri.

Elogio del pressappoco.
Il pressappoco non è solo un avverbio, è anche un modo di intendere la vita. Io amo gli uomini che amano il pressappoco e odio, o per meglio dire non mi sono simpatici quelli che hanno certezze assolute. Detto con parole ancora più semplici, amo tutti quelli che parlano che ascoltano e che usano le paroline “quasi”, “forse” e “circa” una frase si e una no. In pratica amo quelli che attendono qualche secondo prima di parlare e che di tanto in tanto cambiano parere.
Ieri ho incontrato una donna che mi è sembrata pressappoco bella, poi, quando ci siamo salutati, mi è sembrata ancora più bella di prima. Chissà perché, mi sono chiesto, non me ne sono accorto subito. Sarà stato per il caffè che ci siamo a presi insieme, seduti a un tavolino del bar in largo Corrado Ricci. Per qualche minuto siamo rimasti l’uno di fronte all’altra, poi è arrivato il cameriere e io 1’ho guardata con maggiore attenzione. Alla fine, quando se n’è andata, ho capito che era più bella di prima. Ergo: prima di emettere un giudizio bisognerebbe attendere.
Quando incontro qualcuno che non conosco, la prima cosa che mi chiedo è se ho a che fare con un “pressappochista.” o con un “assolutista”, dopodiché mi regolo di conseguenza. Fisicamente parlando, l’assolutista ha lo sguardo opaco. Raramente guarda negli occhi la persona che ha di fronte e quando esprime un concetto non impiega mai più del tempo strettamente necessario. Lui ha già tutte le risposte pronte e non vede l’ora di sbatterle in faccia a qualcuno. L’unica cosa che gli da fastidio è il dubbio, sia il suo sia quello degli altri.
Riassumendo, a forza di frequentare il prossimo è nata dentro di me la filosofia del pressappoco.

Sulle origini del pressappoco

Innanzitutto mi chiedo come si scriva la parola, con una sola “p” o con due? Ho letto sullo Zingarelli che sono ammesse entrambe le dizioni anche se quella con due “p” è di gran lunga la più usata. Detto in altro modo, il pressapoco con una sola “p” sarebbe il pressappoco del pressappoco, quello con due “p”. L’espressione è l’accostamento di due concetti antitetici: il primo violento come il “pressare” e il secondo affettuoso come il “poco”. E’ compito di chi parla mettere in evidenza quale dei due aspetti sia il suo preferito
Per il sociologo Domenico De Masi la razionalità è una retta e il pressappoco è una curva, e a questo proposito ecco cosa scrive nel suo libro La fantasia a la concretezza: “Il mondo del pressappoco deve essere visto come la metafora dell’umanesimo, dell’arte, della poesia dell’emotività e dell’estetica”. Poi conclude dicendo che “la storia del mondo altro non è che lo scontro continuo di una linea retta con una linea curva, la prima. in quanto immagine dell’assoluto e la seconda in quanto simbolo della flessibilità”. La curva infatti, proprio per la sua disponibilità a cambiare direzione, è la più adatta a venire incontro alle difficoltà esterne.

Che c'entra: pressapoco....

Tratto da "Il Pressappoco - Elogio del quasi" Luciano De Crescenzo - Mondadori editore: Euro 12,00.