venerdì 11 gennaio 2008

Good bye Lenin. Addio Politburo, il Pci si riunisce per un conclave. In convento dalle Carmelitane.


Un tempo li chiamavano comunisti. E quasi fosse una fede, molti non andavano in chiesa. Compagni duri e puri, insomma, forgiati dalla falce e dal martello che al grido di Bandiera Rossa inneggiavano a all'uguaglianza e, forse, alla libertà. Qualcuno si spingeva perfino in Russia, a visitare la terra promessa, gli altri si dichiaravano comunisti a parole e capitalisti nei fatti. Ma che importa, ormai questa è storia vecchia. Comunque non sono passati venti anni dalla caduta del Muro di Berlino che, abbandonata prima la falce, poi il martello ed infine la Quercia, gli eredi baucani di Krusciov torna a riunirsi. In un convento. Per un conclave.
In ballo c'è la designazione di quello che l'ex Armata Rossa vorrebbe designare a sindaco della città. In pieno stile di Santa Romana Chiesa insomma. Evivva, il comunismo, anzi il cattocomunismo, torna ad essere una fede anche a Boville, la vecchia roccaforte rossa. Pardon, siamo nell'epoca di Veltroni, che ha fatto il 68 ma non è mai stato comunista. Con lui, Lucio Dalla e Guccini, comunisti da sempre, si sono adeguati al nuovo profilo imposto dal capo. Come dire, dopo aver suonato alla Festa dell'Unita, ora ci candidiamo a riempire le tasche di euro in quelle del Pd. Per chi non vuol perdere lo storico evento, il convento è quello delle carmelitane, in via della Pagliarola.

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