sabato 22 dicembre 2007

Il calcio a Boville è soprattutto spettacolo. Conversano, la Chiappini e la sindrome della tre settimane e mezzo


Nei giorni scorsi qualcuno dei nostri visitatori ci ha affettuosamente rimproverato facendoci notare che su Radio Boville si parla solo di calcio. No, non si parla solo di calcio. Ma spesso si parla di calcio. Perché a Boville Ernica il calcio non soltanto uno sport, è qualcosa in più : è passatempo, oggetto delle discussioni al bar, è spettacolo con i giocatori ospiti di Canale 5 e con la showgirl Barbara Chiappini madrina della festa di fine anno. Boville è il paese dove quattro ragazzi si ritrovano davanti al piazzale di una chiesa, decidono di fare una squadra, tifano la Lazio. Ma non hanno la disponibilità economica degli imprenditori del paese e battezzano “Lotito Boys” la loro creatura guadagnandosi la citazione del Giornale e della Gazza.
Ecco perché spesso capita di parlare di calcio anche quando il calcio c’entra poco o niente. E poi, bisogna fare una riflessione, tutti insieme. Questa stagione, con Terracina, Tivoli, Gaeta e soprattutto Latina nello stesso girone del Boville la città ha avuto una visibilità importante grazie allo sport. E di questo tutti noi baucani dobbiamo essere contenti al di là se qualcuno “sogna in baucano” oppure no. Ma allo stesso tempo dobbiamo creare qualcos’altro, qualcosa che al calcio possa rappresentare un alternativa. Cosi i ragazzini di Boville potranno scegliere se voler diventare come Baggio. Oppure come Federer, Bargnani, Dan Brown, Silvio Muccino o Vasco Rossi. E’ questa la vera sfida che Boville deve affrontare e vincere, essere liberi di scegliere senza pensare che questa terra ciociara, vicina a Roma in senso geografico ma distante anni luce per le potenzialità economiche e culturali, possa rappresentare un ostacolo alla realizzazione dei sogni e delle ambizioni. "In futuro tutti saranno famosi per quindici minuti", disse Andy Warhol. Evidentemente per i nostri paesani un quarto d'ora è troppo poco anche nel presente.

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