lunedì 19 marzo 2018

Gran Casinò

“La città non sarà più la stessa”. Recitava così Robert De Niro nella pellicola “Casinò”. 
Con cinque liste ai nastri di partenza, forse sei, le elezioni per la successione a Piero si stanno trasformando in una lotteria, una mano di poker. Il Gran Casinò. 
Destra, sinistra, centrosinistra, civiche, popolari e populiste. E chi più ne ha più ne metta. La caccia ai candidati, consiglieri naturalmente, è aperta. Settemila aventi diritto, poco più di seimila gli elettori effettivi; non serve un esperto di geopolitica internazionale per capire che sono davvero in troppi.
Con Renato Genovesi designato a raccogliere il testimone di Piero l’amministrazione uscente ha sciolto il primo dei grandi dilemmi ma la scelta ha portato Orlando Cervoni a chiamarsi fuori dalla partita. Almeno per ora. Il passo indietro dell’Orlando Furioso ha fatto cadere il castello di carta di una alleanza costruita sull’architrave dei partiti della sinistra. Considerata l’aria che tira, Renato Genovesi si è liberato di una bella zavorra: Liberi ed Uguali ha raccolto percentuali da zero virgola, il Pd assomiglia ad un concetto filosofico ed i Socialisti, nonostante Piero, hanno imboccato la parabola discendente. Parlare dei partiti, soprattutto quelli di sinistra non sembra essere particolarmente redditizio in questo momento ; tuttavia, l’assenza di Orlando avrà il suo peso. E chissà che, con un colpo di scena magistralmente orchestrato, non possa essere proprio il buon Cervoni il principale ispiratore di una ulteriore lista, magari sostenuta, magari guidata da Selenia Boccia oltre che da Egidio Capogna e da qualche imprenditore della sua contrada. Il tempo però non sembra essere il loro principale alleato. 
Sempre nella galassia della sinistra, anzi del Pd si giocheranno la partita, in rigoroso ordine alfabetico, Enzo Perciballi e Memmo Di Cosimo. Entrambi vice sindaco di Piero, i due proseguiranno nel duello rusticano cominciato con le primarie di qualche anno fa quando mobilitarono in toto le loro truppe. Memmo con il sostegno dell’allora amministrazione, Enzo con quello delle opposizioni, del fido scudiero Benvenuto Fabrizi e del coordinatore, il giovane Lucio Antonacci. 
Sia Enzo che Memmo giocheranno a tutto campo, decisi a pescare preferenze un po’ ovunque, sia tra i Cinque Stelle che tra i berlusconiani; un area culturale di riferimento, quella del centrodestra dove sarà con tutta probabilità Marta Diana a raccogliere il testimone da Michele Rotondi, “costretto” a passare la mano dopo la duplice sconfitta. L’esperienza però non manca certo all’ex sindaco che potrebbe benissimo ritagliarsi il ruolo di “regista” della squadra che sostiene Marta che in dieci anni tra maggioranza ed opposizione si è conquistata sul campo una candidatura importante, la prima volta di una donna nella storia di Boville. Nei giorni scorsi si andava a mano a mano concretizzando l’ipotesi di vedere in campo Claudio Iori per un ritorno nell’arena politica che aveva tutto il sapore di un ritorno di fiamma, quella fiamma ex alleanzina che campeggia sullo stemma di Fratelli d’Italia. La smentita a mezzo stampa del coordinamento provinciale del partito sembra però aver raffreddato questa ipotesi. Più facile invece che il logo venga assegnato al Movimento Cinque Stelle, soprattutto sull’onda lunga del risultato ottenuto alle politiche e dell’attenzione riservata alla nostra cittadina dalla candidata presidente Roberta Lombardi, l’unica ad aver toccato Boville, tra l’altro luogo d’origine dei suoi familiari, nel suo tour elettorale. 
Saranno ancora i Cinque Stelle, magari guidati dall’insegnante e preparatore atletico Fabio Genovesi, gli outsider della partita? 
“La città non sarà più la stessa” ripeteva Robert De Niro. 
La paura degli elettori di Boville è che tutto rimanga così come è. 

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