giovedì 15 marzo 2018

Orlando come SuperPippo, sul filo del fuorigioco

È stato sempre lì, sulla linea del fuorigioco. Un attimo prima, un attimo dopo, e tutto cambia. 
E' stato un po’ come Pippo Inzaghi, l'Orlando Cervoni che è sceso in campo negli ultimi anni dell'amministrazione di Piero. Sul filo dell’'offside, in bilico tra applausi e fischi, pronto a scattare in avanti, con distinguo e paletti a volte sfiancanti, anche a rischio di compromettere gli equilibri della squadra. 
Per carità, è solo una metafora. Ma l’'essenza del problema, politico, non muta. 
Orlando Cervoni si è sfilato dalla squadra di Piero Fabrizi : ufficializzata la candidatura di Renato Genovesi, lui ha dimostrato di non gradire ed ha marcato le distanze alla sua maniera, il tatto quanto basta, il passo deciso, i piedi che fanno rumore. Se la strategia del gruppo di Piero Fabrizi era quella di presentarsi agli elettori forti del sostegno dei partiti politici è evidente che i colonnelli della "gouche" nostrana hanno sbagliato finora quasi tutto : i Socialisti sono al minimo sindacale e i consensi ottenuti alle regionali da Gianna Perciballi sono lì a dimostrarlo, il Pd o quello che ne resta dopo lo tsunami di un paio di settimane fa è in frantumi, Liberi ed Uguali si è sfilata. 
Insomma, il cammino di Renato Genovesi inizia in salita e se davvero il "comedian" nostrano vuole salire all'ufficio all'ultimo piano di Palazzo Simoncelli sarà bene che cambi seriamente strategia. A sentire i bene informati, Renato Genovesi ed Orlando Cervoni non si sono mai amati. Uno assessore di Mastrantoni in quota al Partito Popolare e l'altro segretario dei Ds che contestava, appunto Mastrantoni. Poi cinque anni sui banchi dell'opposizione che hanno lasciato più di qualche dissapore ad entrambi. Fino alla rottura che, sembra, si stia consumando in queste ore. 

Il dato politico più significativo, quello vero, al netto delle supposizioni e dei personalismi però è un altro : i voti socialisti alle ultime regionali. Questa volta è stata solo poca roba, argent de poche. E' in quei numeri che c'è la cartina di tornasole della crisi di parte della sinistra nostrana. 

In un celebre passaggio del suo saggio su “Verità e politica”, Hannah Arendt ha ricordato che in politica, quando la verità è molto confusa, c’è solo un modo per capire quale direzione possono prendere alcuni fenomeni futuri: provare a rappresentarli. 
Più sarai capace di rappresentarli, di metterli in scena, più sarai capace di conoscerli e forse di risolverli. 
Spetta ora a Renato Genovesi, che nelle vesti di un moderno Pirandello ha portato in scena, con il teatro, vizi e virtù della baucanità contemporanea, rappresentare il presente. 

SuperPippo intanto è sempre lì, sul filo del fuorigioco. 

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