venerdì 20 aprile 2018

Boville Festival, fine di una storia

Dovremmo parlare del consiglio comunale. Considerando lo scarso pubblico presente l’altro ieri nella sala consiliare ci viene da pensare che non interessi poi tanto alla nostra comunità. Eppure si parlava di bilancio.
Rifletteteci. Sette candidati a sindaco, sette liste, novantuno persone candidate e pochissime di queste erano presenti al consiglio. Di Cosimo e Perciballi sui banchi dell’opposizione e sul filo di lana è arrivato il dottor Renato Genovesi, in compagnia di Marcello Dalmazia. Del consiglio quindi ne parleremo domani perché oggi Boville ha bisogno di riflettere su qualcosa forse di più importante della politica. Concetti nobili ma spesso vuoti.

Dopo otto anni non si farà il Boville Festival. Lo hanno annunciato in un post due degli organizzatori che poi sono tra i migliori amici di Radio Boville, Alessio Capogna e Simone Venditti. La nostra terra vede volare via, dopo l’acqua ormai diventata privata, dopo i negozi, dopo la banca e la serie D, anche il Boville Festival. L’ultimo punto di aggregazione per i giovani. Fort Apache.

Ora, prima del Festival, qualcosa del genere l’ha organizzata la vecchia Radio Boville, la prima Radio Boville. Capitan Fede Poggipollini, Mel Previte, Robbie Pellati, Rigo Righetti. Piazzale del Lavatoio pieno, la band di Luciano Ligabue al completo per la prima volta nel Lazio.

Ogni tanto ci facciamo le lodi da soli, siamo di parte e facciamo il tifo per chi come noi e forse meglio di noi si impegna per far progredire il nostro territorio. E questo gruppo di ragazzi lo ha fatto nel migliore dei modi. Con impegno, passione, un pizzico di follia, quella di chi insegue i sogni, grandi e piccoli che siano.
Alessio, Rocco, Marco, Christian, Martina, Samuele, Simone e Danilo erano lì, a spillare la birra, tutte le sere, dopo mesi di riunioni per trovare una soluzione a questo oppure a quel problema. Erano quelli, più degli altri, ad avere il diritto di godersela. Poi, la manifestazione è venuta sempre molto carina, tanta gente, artisti di buon livello, gli stand sempre originali, il campetto attrezzato per il beach volley. E la birra era buona.

Non stiamo cercando di accattivarci le simpatie di questi ragazzi, non ci serve. Certo, è triste pensare al campo di San Lucio abbandonato. Niente palloni che rotolano, ragazzi che corrono, niente concerti l’estate. Solo il cancello, il lucchetto, la ruggine. Senza accorgercene, prendiamo le sembianze della Rust Belt, la “cintura di ruggine” nella periferia americana. Quella che votato in blocco per Donald Trump per capirci; e noi ci siamo andati vicino con il trionfo, a Boville, di Cinque Stelle e di Salvini.

Ma torniamo al Festival. Davvero possiamo lasciar volare via un evento che era diventato un appuntamento fisso dell’estate e che stava per raggiungere la doppia cifra in termini di anzianità? E per cosa .. la legittima “stanchezza” di chi ha sostenuto tutto il peso sulle proprie spalle, la mancanza di un sostegno concreto, economico e logistico dell’amministrazione comunale e degli altri enti? Intendiamoci, se è una libera scelta di quelle persone che l’hanno creata è giusto rispettare la loro volontà. Giusto così.

Diversamente, se possiamo fare ancora qualcosa, Radio Boville, per quanto pochi siano i mezzi, è pronta a mettersi a disposizione, magari per la comunicazione. Siamo qui.

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