Tre punte, un cannoniere, tanti assist, il "gioco di squadra". Piero Fabrizi, dopo aver ringraziato i cittadini di Boville per i dieci anni trascorsi a Palazzo Simoncelli, si prepara all'appuntamento del dieci giugno prendendo in prestito linguaggi e soprattutto schemi del calcio. Ed è con il tridente tra Rotabile e Colle San Paolo che ha deciso di giocarsi questa partita. Del resto, gioca in casa e perfino la filosofia catenacciara dell'Italia pallonara vuole che si giochi all'attacco davanti al pubblico amico, su un terreno di cui conosce ogni zolla, ogni piccola pendenza, ogni segreto.
Certo, restano da stabilire i ruoli delle punte in campagna elettorale ma la tattica messa in campo dal primo cittadino è piuttosto chiara : lui, Piero, al centro dell'attacco. L'uomo che farà salire la squadra, in grado di farti guadagnare chili, centimetri e metri di campo, pronto ad andare in pressing sugli avversari quando provano ad impostare il gioco, pronto ad insaccare qualsiasi pallone si presenti dalle sue parti.
Sulle corsie esterne, pronti per scodellare in mezzo cross e traversoni invitanti ci saranno Marcello Dalmazia ed Angelo Fabrizi. Il primo, Dalmazia, tatticamente anarchico ma onesto terzino quando a calcio ci giocava davvero, è pronto per rientrare in copertura, magari con qualche fallo tattico quando serve per spezzare il gioco. Angelo Fabrizi invece presidia il fortino di Colle San Paolo, mai come ora sotto assedio per i tanti, troppi candidati, arriva a questo appuntamento con la preziosa esperienza maturata in questi anni da amministratore proprio accanto a Piero.
E non è finita qui: il dispiegamento dell'artiglieria pesante da parte della lista di Renato Genovesi che ha raccolto il testimone proprio da Fabrizi vede in campo il riconfermato Ivan Savone, originario di Colle Piscioso ma che lungo la "Mother Road" baucana ha parenti e tanti amici.
Il compito di rifornire di palloni questa nutrita batteria di attaccanti stavolta potrebbe essere affidato a Tonino De Paulis, anche lui assessore negli anni d'oro del Garofano. Qualcuno potrebbe ribattezzarla Unità Socialista, per la prima volta dopo la diaspora dei primi anni novanta. Piero e Tonino, socialdemocratico il primo e socialista il secondo. Mancano soltanto i garofani rossi nel taschino della giacca e chissà che Piero non ne conservi qualcuno sottobanco da portare nottetempo nella sede del suo comitato elettorale. Un garofano ci sta sempre bene. Meno male che a supervisionare il tutto ci sarà Renato Genovesi che, da bravo medico e soprattutto da uomo di teatro, a certe debolezze dell'animo umano è abituato.
Marcello, Piero, Tonino. I suoi ragazzi, i ragazzi di Zio Alfredo. Una stella, burbera e sorridente, vi sta a guardare.
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