Comunità, territorio, innovazione, solidarietà e coesione. Sono questi i valori ed i principi del programma elettorale di Uniti per Boville, la lista civica che vede Marta Diana correre per la carica di sindaco. Una rivoluzione copernicana per la città dell’Angelo di Giotto; Diana infatti è la prima donna nella storia a candidarsi alla guida della città.
“Abbiamo messo insieme una piattaforma programmatica che guarda alle sensibilità ed ai bisogni della comunità di Boville - commenta Marta Diana, assessore della giunta Rotondi tra il 2003 ed il 2008 - ci sono tante sfide all’orizzonte, sfide che vogliamo affrontare e vincere.
La prima è quella di ridurre la pressione fiscale. Le aliquote sono al massimo consentito dalle leggi e nonostante questo la situazione del nostro bilancio riflette il modo approssimativo ed inefficace con cui l’amministrazione Fabrizi ha lavorato in questi anni. Tuttavia, per ridurre le tasse dobbiamo eliminare gli sprechi e sfruttare i benefici dell’innovazione tecnologica. La transizione verso un’economia verde offre opportunità importanti. L'efficientamento energetico delle abitazioni può portare ad un risparmio importante per i nostri cittadini; poi, il piano degli incentivi fiscali offerti dal Governo a riguardo sono importanti. Riguardo la cultura, le manifestazioni e la promozione della città, una delle priorità sarà quella di potenziare la manifestazioni esistenti come la Pasqua con Giotto, Boville Etnica ed il Premio Giotto. Poi vogliamo dare il nostro contributo per far crescere il mondo della scuola e le iniziative delle associazioni culturali, fondamentali per accrescere il “capitale sociale” della nostra cittadina. L’obiettivo è quello di proseguire nella partnership con il club dei Borghi più Belli d’Italia.
E’ un progetto che dobbiamo portare avanti in maniera convinta e determinata ma per farlo occorre un cambio di rotta: basta andare a Boville per vedere le condizioni del lavatoio, delle mura castellane piene di erbacce, del parco pubblico chiuso. Per sviluppare il turismo, oltre agli investimenti pubblici e privati, abbiamo bisogno di incrementare la visibilità e quindi potremmo ragionare su una collaborazione con il Touring Club Italiano e con il network dei comuni Amici del turismo itinerante”.
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