venerdì 18 maggio 2018

Piero Fabrizi : "I problemi arrivavano sempre quando bisognava riconsegnare le deleghe".

Per diversi mesi è rimasto in silenzio. Dimostrando di avere stoffa e la qualità più importante per un grande pugile e per un grande politico, saper incassare.
Piero Fabrizi, in questi dieci anni, raramente ha fatto proclami. Piuttosto ci ha abituato a rispondere con i fatti.

Ora che è sceso di nuovo in campo, e la sua stella crepuscolare è tornata ad essere di nuovo brillante il buon Piero ha messo un attimo da parte il fioretto per impugnare la sciabola.
Passando il testimone al dottor Renato Genovesi, profilo mite  ed 
equilibrato, Piero può iniziare a spogliarsi della sua veste istituzionale e tornare a fare politica vera.
Attaccando a testa bassa se necessario. 

E ieri lo ha fatto dai social network. Sfidando i suoi avversari nel loro terreno di gioco preferito, sulla rete : non è nel suo stile ma è il segno dei tempi che cambiano. 


Vi proponiamo il testo integrale.

“Ho proposto il sistema della rotazione perchè ho voluto dare a tutte le persone che si sono candidate con me la possibilitá di mostrare quanto valessero.
Dall’esperienza ho imparato che nessuna persona vale quanto i suoi voti; c’è chi ha mostrato di valere molto di più e chi invece, accompagnato da tantissimi voti, è stato una delusione amministrativa.

Quando dieci anni fa ho proposto questo metodo, prima di consegnare le deleghe agli assessori e al vicesindaco, tutti hanno accettato senza repliche ed hanno firmato un accordo scritto.
I problemi arrivano sempre quando bisogna riconsegnare le deleghe, dopo due anni circa”.

Fin troppo chiaro il riferimento di Piero a Benvenuto Fabrizi e Memmo Di Cosimo. 


Di carne da mettere sul fuoco sembra essercene parecchia, dal cimitero alla raccolta dei rifiuti fino alla questione Acea Ato5. 

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