lunedì 21 maggio 2018

Il taglio degli stipendi. Prima ancora dei grillini

Prima di Beppe Grillo. Se il dimezzamento dell’indennità, e più in generale il taglio di parte dello stipendio dei politici è diventato il cavallo di battaglia nell’Italia negli anni della Grande Crisi, a Boville siamo stati tra i primi a percorrere questo sentiero. Prima di Beppe Grillo, appunto.

Era il 2003, eravamo appena entrati nella moneta unica ed il crollo delle borse mondiali dopo l’undici settembre stava spingendo al rialzo le quotazioni dell’immobiliare. Per I baucani sembravano gli anni della Cornucopia, l’età dell’oro.
Detto questo, il nostro comune era pesantemente indebitato per via dei numerosi investimenti dell’epoca Mastrantoni. Investimenti per buone idee e spese folli per progetti di opere mai realizzate.
Non si potevano chiedere ulteriori linee di credito. Anzi, bisognava abbattere quel debito tagliando le spese.

E fu così, negli anni in cui Grillo era soltanto un comico, che la squadra di Michele Rotondi si presentò alla cittadinanza promettendo di tagliarsi della metà l’indennità in caso di affermazione elettorale. Di quella squadra facevano parte Marta Diana ed Alberto Paglia, Stefania Rotondi e Claudio Iori. Fu la prima, storica, vittoria di una forza politica alternativa alla sinistra dopo quasi mezzo secolo di amministrazione della città.

No, non è l’idea più bella del mondo amministrare con molti meno soldi da spendere e prendendo uno stipendio che è esattamente la metà del tuo predecessore. 

I meriti, ogni tanto, vanno riconosciuti.

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