Il Partito Democratico è un soggetto politico completamente irrilevante in questa tornata elettorale. Se le cose a livello nazionale vanno come vanno, a Boville il Pd è uno zombie. Un morto che cammina.
Nessuno ha voluto il simbolo. Enzo Perciballi ha puntato sul collaudato “Tu Protagonista”, Renato Genovesi che pure alle primarie del Pd aveva partecipato qualche tempo fa ha preferito una riedizione di “Insieme per Crescere”. Con l’aggiunta del 2.0. Come si usa per le applicazioni e le versioni dei software. Come Radio Boville, del resto.
E se la scelta di Perciballi è stata la più lineare considerate le dinamiche interne ai democrat, sorprende la posizione di Memmo Di Cosimo. Folgorato sulla via di Damasco da Renzi, anche lui si è affrettato a cambiare lo spartito. Morale della favola, nessuno ha voluto il simbolo del Pd.
A nessuno è passato nemmeno lontanamente per la testa di chiamare i “mamma santissima” da Frosinone per chiudere i comizi ed arringare la folla.
Si parla delle liste civiche, della Lega e del Movimento Cinque Stelle, della riabilitazione politica di Silvio Berlusconi. Nemmeno una parola sui democrat.
Nel Pd di Boville si vive in un clima surreale. A testimoniarlo è stata Francesca Cerquozzi; baucana per metà, attuale consigliere comunale di Veroli, candidata alla Camera alle ultime politiche, la Cerquozzi è stata “costretta” a presenziare a tutti i comizi di candidati del Pd. A lei bisogna riconoscere la correttezza e lo stile ma non avremmo voluto essere nei suoi panni: due giorni interi a sentire candidati diversi ripetere le stesse cose. Sai che allegria. Un tranquillo week end di paura, insomma.
Si parla di resa dei conti dopo l’undici di giugno, i rumors raccontano di probabili scissioni: si è rotto il blocco saldato con fatica dieci anni fa, quello che teneva assieme Ds e Margherita.
L’unico che potrebbe metterci una pezza, lo hanno capito pure le pietre a Boville, è Ruggero Mastrantoni. Il personaggio è ingombrante, esperto, sopraffino. E temuto. Difficile che non si cerchi di ostacolare un suo ritorno in pista.
La grande tradizione della sinistra a Boville è sparita. A tenere alta la bandiera ci ha pensato Orlando Cervoni ma questa è un’altra storia. Aveva visto lungo e nel Pd non ci è mai entrato.
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