domenica 6 maggio 2018

Sempre dalla parte dei più deboli. La Comunità di Sant'Egidio festeggia il mezzo secolo di attività

Era il 7 febbraio del 1968a Roma Andrea Riccardi con un piccolo gruppo di liceali che voleva cambiare il mondo ha dato vita alla Comunità di Sant’Egidio
Cinquant’anni dopo, ora che Papa Francesco l’ha ribattezzata dal “Comunità delle 3 P” (Preghiera, Poveri, Pace), Sant’Egidio continua a nutrire lo stesso sogno con tanti amici. Presente in tutti i continenti, con oltre 60mila persone di tutte le età e condizioni sociali, guarda al futuro e all’impegno che l’attende in un mondo globalizzato ma sempre più privo di riferimenti. Tra le figure di spicco nella Comunità, il nostro concittadino Don Vincenzo Paglia che negli anni è stato parte integrante della fantastica storia di Sant'Egidio.
Il nome scelto scelto negli anni Settanta, dal luogo in cui aveva trovato una casa – Sant’Egidio nel cuore di Trastevere – è ora conosciuto in tutto il mondo. Dall’Italia è infatti partita un’avventura che ha portato la Comunità nelle periferie umane ed esistenziali dei diversi continenti, dall’impegno tra i poveri di ogni condizione fino ai programmi per la cura dell’Aids e la registrazione anagrafica (con i progetti Dream e Bravo!), dal dialogo interreligioso secondo lo “spirito di Assisi” al lavoro per la pace, dopo quella ottenuta il 4 ottobre 1992 per il Mozambico, fine di una guerra civile che aveva fatto un milione di morti.

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